Ponte Castelvecchio
Descrizione
Il ponte di Castel Vecchio, conosciuto anche come ponte Scaligero, è un ponte di Verona sul fiume Adige facente parte della fortezza di Castelvecchio, ritenuto l'opera più audace e mirabile del Medioevo veronese.
Il nome di colui che realizzò il ponte non è conosciuto, ma un documento del 1495 (quindi postumo alla sua costruzione di oltre un secolo) sembra indicare come autore un certo Guglielmo Bevilacqua, protagonista, tra l'altro di una leggenda raccolta dal cronista Girolamo Dalla Corte nella sua Historia di Verona: Cangrande II della Scala donò al Bevilacqua una spada ritenuta di san Martino, che era stata conservata fino ad allora nell'omonima chiesa, che sarebbe stata compresa tra le mura di Castelvecchio.
Il ponte, appartenente al complesso di Castelvecchio, risulta essere un'opera ardita per il periodo in cui venne costruita, con l'arcata destra avente una luce di addirittura 48,69 metri, mentre le due arcate minori hanno luci di 29,15 e 24 metri. Le diverse ampiezze degli archi e le diverse moli dei piloni vennero studiati in rapporto alle diverse forze dell'acqua in questa ansa del fiume, determinando tale nuova e gotica figura.
Il basamento dei piloni e le ghiere degli archi, quindi la parte inferiore della struttura, sono in pietra, mentre la parte rimanente del ponte è in cotto, materiale che caratterizza tutti i monumenti medievali veronesi. I due piloni a base pentagonale, rostrati verso monte per facilitare lo scorrimento delle acque dell'Adige, sono estremamente massicci, ed il maggiore era arricchito da quindici capitelli corinzi e da frammenti di bassorilievi romani. Il percorso lungo il ponte, lungo oltre centoventi metri e largo oltre sei, è difeso da mura merlate a coda di rondine, con camminamenti e feritoie, oltre che dall'imponente mastio verso città e da una torre, parzialmente eliminata dai francesi nell'Ottocento, verso campagna.