Santuario della Consolata
Descrizione
Il santuario della Consolata, o secondo la denominazione ufficiale, Chiesa di Santa Maria della Consolazione, è una basilica cattolica ubicata a ridosso della via omonima ed è uno dei luoghi di culto più antichi di Torino.
Dedicato a Maria, invocata con il titolo di "Consolatrice" è considerata il più importante santuario della città e dell'Arcidiocesi di Torino, oltre che un vero capolavoro del barocco piemontese. Alla sua costruzione si dedicarono i più illustri nomi dell'architettura, quali Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Carlo Ceppi.
Il santuario fu anche abituale luogo di preghiera di numerosi santi sociali piemontesi e ha la dignità di Basilica minore.
L'edificio è il risultato di numerosi interventi operati nel corso dei secoli. Gli ultimi ampliamenti si possono definire in tre grandi fasi di rimaneggiamenti, attuati tra il Seicento e gli inizi del Novecento. Il pronao tetrastilo, con colonne corinzie, fu realizzato in gusto neoclassico nell'ultimo rimaneggiamento del 1853, su disegni di Gioacchino Marone e Antonio Boffa, quindi arricchito nel 1910 da due statue di Luigi Calderini, raffiguranti San Massimo e il Beato Valfrè. Esso introduce, dall'antistante piazza omonima, all'ingresso principale.
La basilica è caratterizzata da una pianta variegata e unica nel suo genere. Il grande corpus ellittico anticipa la navata principale a pianta esagonale, con due coppie di cappelle ogivali che affiancano la cappella centrale, con funzione di abside, dove è collocato l'altar maggiore. L'antica cripta, originariamente posta sotto il presbiterio, corrisponde alla attuale "Cappella delle Grazie", ed è visibile dal loggiato realizzato anch'esso nell'ultimo ampliamento del XX secolo. Appena entrati, si è accolti dall'ampia aula detta "di Sant'Andrea", riccamente decorata e in cui sono presenti tre altari laterali, più i passaggi alle altre aree interne.
Edificata sul finire del X secolo al completamento della precedente chiesa di Sant'Andrea, fu opera dell'architetto monaco Bruningo nonché unica testimonianza delle precedente chiesa romanica sulla quale è stato edificato l'attuale santuario; è infatti per questo motivo che appare discostato dal corpo barocco della basilica. Per la sua costruzione fu utilizzato in gran parte del laterizio di epoca romana proveniente da rovine di abitazioni patrizie circostanti; alcuni rilievi marmorei, ancora oggi, sono ben visibili nella parte sottostante. A base quadrata, con una lieve forma tronco-piramidale per aumentarne lo slancio, è di aspetto austero, tipicamente romanico; le facciate sono armoniosamente scandite da 7 ordini di archetti pensili, monofore, bifore e trifore. Una prima soprelevazione fu eseguita già nel 1330, mentre nel 1406 fu sistemata sulla merlatura guelfa l'attuale cella campanaria, portando la sua altezza a 40 metri, quindi utilizzata come torre di guardia. Nei secoli successivi, alcune finestre vennero chiuse e nel penultimo ordine fu inserito un orologio ma, i sapienti lavori di restauro intrapresi nel 1940, riportarono la struttura al nobile aspetto originario. La cella campanaria contiene un concerto di nove campane non in scala. La campana maggiore emette la nota SOL 2 ed è stata fusa nel 1940 dalla fonderia Achille Mazzola di Valduggia; è la campana più grande del Piemonte insieme a quella della basilica di San Gaudenzio a Novara ed è una delle più grandi campane d'Italia
Fonte: Wikipedia