Basilica del Corpus Domini
Descrizione
La basilica del Corpus Domini è una chiesa torinese in stile barocco, eretta a perenne ricordo del grande miracolo eucaristico che, secondo le testimonianze avvenne nel 1453 nella città di Torino. La chiesa si trova in piazza Corpus Domini, situata lungo via Palazzo di Città, a pochi passi dalla centralissima piazza Castello.
È, infatti, ad Exilles e non a Torino che la vicenda ha inizio, secondo tradizione. Nel saccheggio che seguì l'occupazione francese, sembra che due uomini della soldataglia francese fossero entrati a forza nella chiesa di San Pietro Apostolo del piccolo paese della Val di Susa e l'avessero depredata, non risparmiando nemmeno il Santissimo Sacramento. Per rivendere il bottino, di consistente valore, si diressero evidentemente a Torino, che raggiunsero il 6 giugno, festa del Corpus Domini; in città, nel luogo ove oggi sorge il luogo sacro, il mulo che trasportava l'ostia consacrata inciampò e cadde, sgualcendo i sacchi con la refurtiva nella caduta e facendo fuoriuscire il contenuto. Dalle cronache, sembra che il Santissimo, libratosi in aria, abbia illuminato la piazza. Accorso il vescovo Ludovico da Romagnano, l'ostia si sarebbe deposta sul calice rubato dai ladri, che venne portato in processione nel duomo di Torino.
L'interno, prezioso e ad un'unica navata, è stato riadattato dall'Alfieri al nuovo gusto del barocchetto, ed è caratterizzato da decorazioni marmoree con tonalità nere e rosse alternate. Ovunque, immagini e tele ricordano l'evento prodigioso che coinvolse il luogo. Posta in evidenza da una cancellata di protezione in ferro battuto, è la lapide, tra la seconda e la terza cappella a sinistra, che ricorda il luogo esatto del miracolo, intorno al quale è stata realizzata la basilica.
L'altar maggiore è ancora quello originale del Seicento, opera di Francesco Lanfranchi: risale al 1664. La pala, che raffigura il miracolo, venne dipinta da Bartolomeo Caravoglia nel 1667, mentre il tabernacolo, opera di Bernardo Antonio Vittone, è del 1768. L'altare, circondato da colonne tortili, è inoltre decorato da sculture di Giovanni Battista Casella che raffigurano Fede, Speranza e Carità.
Gli affreschi della volta dipinti da Luigi Vacca son ispirati ad alcuni momenti legati al miracolo eucaristico, e rappresentano Il furto, L'elevazione dell'ostia e Il trasporto dell'ostia nel tabernacolo della cattedrale.
La navata è attorniata da sei cappelle, tre per lato. Nella cappella di San Giuseppe, la seconda a destra, si trova un altare di Filippo Juvarra, mentre i tre dipinti (Sposalizio della Vergine, Visione di San Giuseppe, Transito di San Giuseppe) si devono a Dionigi Gerolamo Donnini. La seconda cappella a sinistra, di San Carlo, possiede un altare del 1752, con una pala raffigurante san Carlo Borromeo con san Francesco di Sales, opera di Agostino Cottolengo, fratello del noto santo torinese; sulla parete destra di questa cappella è presente una Comunione di San Carlo, dipinto del 1752 di Francesco Antonio Mayerle.
Fonte: Wikipedia