Villa Gera Minucci, Bellati
Descrizione
Il vasto complesso fu costruito a partire dal XVI secolo dalla famiglia Gera, proveniente dal Comelico. Non è una semplice residenza signorile, ma un insieme articolato di adiacenze, rustici ed altri elementi fondamentali per l'autosufficienza della comunità locale. Lo stesso paese finì per svilupparsi in funzione della villa, la quale divenne sede di tutte le attività economiche e sociali.
L'architettura è un misto fra l'aulico stile veneziano e l'arte di montagna, quasi a simboleggiare l'apertura dei Gera verso la Serenissima, ma anche la fierezza delle loro origini.
Il corpo centrale (la casa padronale) è costituito da due ali contigue disposte a "L", delimitando con la strada un cortile triangolare chiuso da un muro di pietra. L'accesso dalla strada è rappresentato da un portale ad arco, incorniciato da bugne e culminante con un mascherone in chiave.
La costruzione del corpo centrale dovrebbe essere collocata tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, mentre le decorazioni interne e il fronte meridionale risalgono a una ristrutturazione settecentesca.
Delle due ali, quella principale è un edificio impostato su due livelli più sottotetto e concluso con una serie di mensole che sostengono la copertura a padiglione. La facciata principale (quella rivolta a sud) presenta lo schema tripartito tipico delle ville venete, con il portale d'ingresso sull'asse centrale sovrastato da una pregevole trifora con mascheroni in chiave e poggiolo a colonnine. Vanno citate le due caratteristiche meridiane affrescate, una per lato. Il volume è stato poi allungato nel Settecento con un corpo più semplice ma comunque elegante, al quale si è poi aggiunta nell'Ottocento un'altra costruzione aggettante di cui si nota la piccola scala esterna, con le colonne tuscaniche del loggiato.
L'altra ala è invece più bassa ed era in origine adibita a scuderia.
Degli interni della casa padronale, va ricordato lo scalone d'accesso al piano nobile, affiancato da due tele attribuite ad Antonio Bellucci o alla sua scuola. Notevoli i pavimenti a terrazzo veneziano del primo livello (1832) e gli stucchi settecenteschi di alcune stanze.
Uno dei principali punti d'interesse del complesso è dato dall'armonioso rapporto che si instaura tra gli spazi liberi e gli edifici, costruiti sia con elementi dall'architettura veneta, sia dell'architettura prettamente rurale. L'unitarietà dell'insieme è data poi da una serie di edifici di varie epoche che racchiudono la villa a sud e a est. Spicca in particolare la serie di volumi prospicienti la facciata sud, disposti a "U" e ospitanti il granaio, la cantina, i forni e altri edifici di servizio.