Castello di Gradara

Castelli
  • 340 1436396
  • sito web
  • Lun 08.30 - 13.00
    Mar 08.30 - 18.30
    Mer 08.30 - 18.30
    Gio 08.30 - 18.30
    Ven 08.30 - 18.30
    Sab 08.30 - 18.30
    Dom 08.30 - 18.30

Descrizione

Il castello di Gradara è una fortezza medievale che sorge nel comune di Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Particolarmente suggestiva è la vista della Rocca e del sottostante borgo storico nelle ore notturne. Gradara è stata, per posizione geografica, fin dai tempi antichi un crocevia di traffici e genti: durante il periodo medioevale la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente casate marchigiane e romagnole. La Rocca avrebbe fatto da sfondo - secondo talune ipotesi storiche - al tragico amore tra Paolo e Francesca, moglie di suo fratello Gianciotto, cantato da Dante nella Divina commedia. Il castello, di proprietà dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 fa parte dei beni gestiti dal Polo museale delle Marche. La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest. Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo. Caduti in disgrazia presso il papato venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie e affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini, Cesena e Pesaro. Furono i Malatesta a decidere l'edificazione delle due cinte di mura, erette tra il XIII e il XIV secolo, nel 1445 Galeazzo Malatesta decise di vendere Gradara a Francesco Sforza per 20.000 fiorini d'oro, quando però Francesco arrivò a Gradara per entrarne in possesso, Sigismondo Pandolfo Malatesta si rifiutò di consegnargliela e anche di restituire i soldi. Nel 1446 Francesco Sforza, alleato con Federico da Montefeltro assediò Gradara, il loro esercito circondava la Rocca ed era ben fornito di cannoni, bombarde e schioppi. Dopo più di 40 giorni di battaglie la fortezza sembrava destinata a cadere, ma alla fine, per via delle intemperie e dell' imminente arrivo dei rinforzi del Malatesta Francesco Sforza fu costretto a ritirarsi da Gradara e la città rimase nelle mani di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 con l'uomo d'arme e mecenate Sigismondo Pandolfo Malatesta: scomunicato da papa Pio II, Sigismondo si scontrò con un altro potente uomo d'arme e mecenate, il Duca Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. Da quel momento Gradara passerà di mano diverse volte e alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: i Della Rovere, i Borgia, i Medici hanno passeggiato per i saloni del castello, confermando il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna. Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia. Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, finanziando il restauro del castello e della cinta muraria del borgo, un tempo possente e importante struttura militare, il castello e la cinta muraria erano infatti ridotti allo stato di rudere. Il restauro fu curato da Giuseppe Sacconi, il celebre architetto del Vittoriano.

Inserito da: Tourist Office
Via Cappuccini
61012 Gradara