Casta Diva

Teatrali

Descrizione

Si apre il sipario. La luna piena illumina il tempio. All’opera: musica, vischio, bracieri, una vestale davanti al fuoco. Canta.

Al cinema: gli occhi ardenti di Medea riempiono lo schermo. Ride. A teatro una donna vestita di bianco, sola, quasi statua o vestigio di colonna, racconta di sacerdotesse, maghe, figlie del sole, stregate dalla luna, che incantano e curano, sono caste nell’anima, ma possono arrivare a uccidere.

L’attrice racconta di greche e barbare, dalla voce e il volto di Maria Callas. Euripide, il cantore tragico della fine del mondo ellenico, fa di Medea una donna che uccide i suoi figli.

Pasolini, il cantore della fine del mondo rurale e del sacro, fa della Callas una Medea senza canto. Mitiche e divine, Medea e Callas si specchiano, amano selvaggiamente e intensamente rovinano, senza risparmio di sé.

Questo loro darsi le fa immortali. Nessun narratore le potrà mai oscurare, contenere o limitare. Il mito della luna – la Casta Diva della Norma di Bellini – ammanta il loro mondo di mistero, ma si può persino arrivare a sorridere per come, talvolta, il cinema abbia raccontato l’aura magica della lirica e del canto, e l’ironia tragica, in fondo, è da sempre anche lo sguardo del teatro.

Quando finisce il racconto e si chiude il sipario, sempre e comunque, il mito continua.

Spettacolo di e con Lucilla Giagnoni in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano ed il Teatro Faraggiana di Novara.


Inserito da: Regione del Veneto
32100 Belluno