Theorìa. Proposte di teatro contemporaneo

Descrizione
La città di Tebe è sotto assedio. Polinice si prepara ad attaccare. Dentro le mura, Eteocle, suo fratello, studia una strategia. I figli di Edipo vanno incontro alla maledizione del padre che li vuole morti, e la città, rappresentata dal coro delle donne, prega e racconta un’alternativa al conflitto.
Così Tebe diventa mito e simbolo di una terra sconvolta, del nostro “terribile amore per la guerra”. Ma "l’altro ha sempre le sembianze del fratello: la guerra è, sempre, guerra civile”.
Il copione è costruito incastonando nel testo di Eschilo brani di voci attuali. I giovani attori/autori di PoEM si prendono la responsabilità di rappresentare, di far accedere alla realtà aumentata del teatro, i desideri, i punti di forza e di debolezza della generazione dei ventenni.
In un’altalena che oscilla tra le parole di Eschilo e le domande del presente su cosa sia la guerra, si attiva un cortocircuito energetico tra antico e contemporaneo, complici molti autori, di epoca e cultura diversa, chiamati in causa: Henri Laborit, Sun Tzu, Franklin J. Schaffner, Bertolt Brecht e, soprattutto, James Hillman che orienta la prospettiva mai retoricamente buonista sul tremendo impasto di amore e di ferocia di ogni guerra.
Regia di Gabriele Vacis.