Riserva Naturale Statale Gola Del Furlo
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Descrizione
La riserva naturale statale Gola del Furlo è un'area protetta istituita con decreto del Ministero dell'ambiente del 6 febbraio 2001. Si estende per 3.907 ettari, situati nella provincia di Pesaro e Urbino, ed è gestito dall'amministrazione provinciale. Il territorio comprende parte delle unioni montane dell'Alta valle del Metauro e del Catria e Nerone, oltre all'ex Comunità montana del Metauro, e i comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone e Urbino.
La forra si è formata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), grazie alla forza erosiva del fiume Candigliano; nei millenni ha raggiunto una notevole profondità, che tuttavia attualmente non è più visibile a causa della diga, costruita nel 1922, che ha ridotto l'impetuoso corso d'acqua a un placido lago.
NATURA
Importante sito per numerose specie a rischio estinzione. La riserva naturale del Furlo è sede privilegiata per l'osservazione dell'aquila reale, che nidifica nella gola fin da tempi storici. La presenza di numerose specie di rapaci ha accreditato un importante valore naturalistico per il parco del Furlo. Tra i più noti notiamo: l'aquila reale, l'albanella minore, il falco pellegrino e il lanario, che tra Marche ed Emilia-Romagna raggiunge in limite settentrionale del suo areale.Di elevata importanza anche il recente ritorno alla nidificazione del gufo reale (Bubo bubo), indice della qualità del territorio.Altre specie di uccelli sono invece: il rondone alpino, la rondine montana, il passero solitario e il picchio muraiolo. Tra i mammiferi vi sono il lupo, il daino, il capriolo, il cinghiale, l'istrice e la puzzola. Incerta la presenza del Gatto Selvatico. Vi sono poi anche dei rettili come il cervone e la vipera comune.
STORIA
Per consentire un più agevole passaggio di persone e veicoli, fu fatta scavare, dall'imperatore Vespasiano, una galleria nel punto più stretto della gola che fu detta "petra pertusa" o "forulum" (piccolo foro), da cui "Furlo"; accanto a essa si trova un precedente varco di epoca etrusca e una piccola chiesetta, detta "della Botte", un tempo abitata da un eremita.
Di qui passò l'imperatore romano Onorio nel 404, dopo la vittoria sui Visigoti di Alarico, per recarsi al trionfo di Roma. Vitige nel 538, in piena guerra gotica, fortificò il passo, fece chiudere i due accessi alla galleria e vi pose un presidio di 400 Ostrogoti, che furono poi vinti dai soldati di Belisario facendo precipitare dall'alto grossi macigni.
Nei secoli seguenti pare che la via Flaminia fosse stata quasi abbandonata. Solo nel 1776 il passo e la strada vennero riattati. Tra il 23 maggio e il 12 giugno 1849 i soldati della Repubblica Romana, opposero resistenza all'esercito austriaco.
Negli anni settanta il luogo subì danni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall'attività delle cave di pietra.
Negli anni trenta la Guardia Forestale locale, con un'opera di scavi e costruzione di muretti, riprodusse sulle pendici del monte Pietralata, a ridosso della gola, il profilo di Benito Mussolini, che attraversava spesso la gola nei suoi spostamenti tra Roma e il nord Italia. Il monumento, che fu minato e distrutto dai partigiani durante la guerra, è soltanto parzialmente riconoscibile.
Dagli anni ottanta il Passo del Furlo è solcato dalla superstrada, con due nuove gallerie lunghe ben 3391 m, e ciò ha permesso di liberare dal traffico veloce il vecchio tracciato stradale, restituendo la gola alla gioia dei suoi estimatori.