San Lazzaro degli Armeni

Naturalistici

Descrizione

San Lazzaro degli Armeni è una piccola isola nella laguna di Venezia, di 7 000 m², che si trova vicina alla costa ovest del Lido ed è completamente occupata da un monastero, casa madre dell'ordine dei Mekhitaristi. L'isola è uno dei primi centri del mondo di cultura armena.

L'isolotto, trovandosi ad una certa distanza dalle isole principali che formano il centro storico di Venezia, era nella posizione ideale per lo stazionamento in quarantena e fu perciò usato dal XII secolo come lebbrosario (lazzaretto), ricevendo il relativo nome da San Lazzaro mendicante, patrono dei lebbrosi.

Nel 1716 Mechitar andò a visitare l'isola di San Lazzaro. Abbandonata nel XVI secolo, il 26 agosto 1717 fu data dalla Repubblica di Venezia a un gruppo di monaci armeni in fuga da Modone. L'8 settembre dello stesso anno, Mechitar e i suoi monaci presero possesso dell'isola, dove presto cominciarono a restaurarne la chiesa. L'obiettivo di Mechitar, oltre che restaurare i vecchi edifici, era anche quello di costruirne di nuovi e recuperare i terreni circostanti per trasformarli in un accurato giardino.

Nel 1740 terminarono i lavori e i monaci poterono darsi allo studio ed educare i nuovi discepoli. L'isola si trasformò in un centro di cultura e scienza, destinato a mantenere in vita la lingua, la letteratura, le tradizioni e i costumi del popolo armeno.

Nel 1789 venne aggiunto un nuovo padiglione, in cui sorse la prima piccola tipografia; così i monaci non dovettero più ricorrere alle tipografie veneziane e poterono diffondere autonomamente la lingua e la cultura armena, con una macchina da stampa che produsse lavori in 38 lingue e dieci alfabeti.

Dopo che, tra il 1823-25, venne costruita una nuova tipografia, Mechitar fece allestire una biblioteca. A San Lazzaro degli Armeni sono conservati circa 170.000 volumi, di cui 4.500 sono manoscritti, e molti altri manufatti arabi, indiani ed egiziani, tra cui la mummia di Nehmeket.

La comunità e i suoi edifici furono risparmiati durante l'invasione napoleonica; sebbene, infatti, l'imperatore avesse dato ordine di abbattere tutti i monasteri di Venezia, il 17 agosto del 1810, con provvedimento firmato e consegnato ai Padri alla vigilia della festa della Natività di Maria, decretò di preservare la comunità dei monaci armeni, in quanto il monastero venne considerato a tutti gli effetti una accademia di scienze e pertanto poteva godere della protezione dell'Imperatore. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814 Francesco I, imperatore austro-ungarico, constatate le dimensioni ridotte del territorio rispetto alla crescente attività della comunità, decide di cedere un pezzo della Laguna a Mechitar per ampliare i possedimenti armeni, che raggiungono così una superficie di 15 000 m². Un'altra fase di espansione si avrà a metà del Novecento, quando l'Abate Serafino decide di ampliare l'isola, che raggiungerà così gli attuali 30 000 m².

L'isola ha, inoltre, una lunga tradizione di ospitalità agli eruditi e agli allievi armeni e non, fra i quali anche Lord Byron che vi studiò l'armeno lì nel 1816.

Il monastero è aperto alle visite una volta al giorno, ogni giorno alle 15:25 senza bisogno di prenotazione. Per gruppi organizzati invece ci sono altri orari, bisogna accordarsi chiamando il Monastero.


Fonte: Wikipedia

San Lazzaro degli Armeni is a small island in the Venetian Lagoon, northern Italy. It lies to the southeast of Venice and immediately west of the Lido and covers an area of 3 hectares (7.4 acres). >/p>

A leper colony during the Middle Ages, the island has been home to the Armenian Catholic Monastery of San Lazzaro since 1717. It is the headquarters of the Mechitarist Order and, as such, one of the world's prominent centers of Armenian culture and Armenian studies. From the late 18th century to the early 20th century it was a major center of Armenian printing.

The island is one of the best known historic sites of the Armenian diaspora. The monastery has a large collection of books, journals, artifacts, and the third largest collection of Armenian manuscripts. Over the centuries, dozens of artists, writers, political and religious leaders have visited the island. Nowadays, it attracts tens of thousands of tourists annually.

The island currently contains a church with a neo-Gothic interior, a tall onion-shaped campanile (bell tower), residential quarters, library, museum, picture gallery, manuscript repository, printing plant, sundry teaching and research facilities, gardens, a bronze statue of Mkhitar sculpted by Antonio Baggio in 1962, an Armenian Genocide memorial erected in the 1960s, a 14th-century khachkar donated by the Armenian government in 1987. The gardens of the monastery have been admired by many visitors. One author wrote in 1905: "The island [...] with its flower and fruit gardens, is so well kept that an excursion to San Lazzaro is a favourite one with all visitors to Venice."

In the mid-19th century an English publication wrote that "the convent may be regarded as a species of metropolis of Armenian literature."

The library contains 150,000 to 200,000 printed books and periodicals.

The rotunda-shaped manuscript repository (manuscript library), built in 1970, contains some 3,000[43] to 4,000 medieval Armenian manuscripts, making it the third largest collection of Armenian manuscripts in the world after Matenadaran in Yerevan, Armenia (11,000 in the strict sense to 17,000 in total) and the Armenian Patriarchate of Jerusalem (3,890). The earliest manuscripts preserved at the repository date to the eighth century. It holds one of the ten extant copies of Urbatagirk, the first-ever Armenian book printed by Hakob Meghapart in Venice in 1512. Furthermore, 44 Armenian prayer scrolls (hmayil) are preserved at the repository. The ceiling of the manuscript repository was painted by Giovanni Battista Tiepolo.

Besides books and manuscripts, there are various oriental artifacts at the museum, which include an Egyptian mummy, Etruscan vases, Chinese antiques, an Indian throne, and other items. The mummy is attributed to Namenkhet Amun, a priest at the Amon Temple in Karnak. It was sent to San Lazzaro in 1825 by Boghos Bey Yusufian, an Egyptian minister of Armenian origin. Radiocarbon dating revealed that it dates to 450-430 BC (Late Period of ancient Egypt). The museum also preserves the sword of Leo V, the last Armenian King of Cilicia, forged in 1366 and stamps issued by the 1918-20 First Republic of Armenia.


Credits: Wikipedia

Inserito da: Tourist Office
San Lazzaro degli Armeni
30100 Venezia