Villa Emo
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Lun 10:30 - 12:30, 14.00 - 18.00 Mar 10:30 - 12:30, 14.00 - 18.00 Mer 10:30 - 12:30, 14.00 - 18.00 Gio 10:30 - 12:30, 14.00 - 18.00 Ven 10:30 - 12:30, 14.00 - 18.00 Sab 10:30 - 18:30 Dom 10:30 - 18:30
Descrizione
Villa Emo è una villa veneta realizzata nei pressi di Fanzolo, a Vedelago, in provincia di Treviso, dall'architetto Andrea Palladio. L'opera, costruita probabilmente a partire dal 1558, fu commissionata dalla famiglia Emo di Venezia, famiglia di cui è rimasta nelle disponibilità fino al 2004.
È una delle più compiute ville palladiane, costruita quando Palladio realizzava edifici simili già da vent'anni. Nella progettazione della villa sono state utilizzate le stesse proporzioni matematiche, sia in elevazione che nelle dimensioni delle stanze, impiegate da Palladio per il resto della sua opera. Dal 1996 è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità, assieme alle altre ville palladiane del Veneto e a Vicenza "città del Palladio".
La villa è incorniciata da due lunghe barchesse colonnate che ospitavano originariamente le strutture per le attività agricole, secondo un progetto di struttura produttiva analogo a quello di Villa Badoer e di buona parte dei progetti palladiani di villa. L'ingresso si trova al termine di un lungo percorso lastricato di grandi pietre squadrate.
Gli esterni sono essenziali, privi di decorazioni, mentre gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, autore di opere analoghe in altre ville palladiane.
La composizione del complesso è gerarchica, dominata dall'emergere della casa del padrone, innalzata su un basamento e collegata al suolo da una lunga rampa di pietra; ai fianchi due ali rettilinee e simmetriche di barchesse sono concluse da altrettante torri colombare. Il purismo del disegno è sorprendente quanto calibrato: basti guardare come le colonne estreme della loggia sono assorbite dal muro per 1/4 del loro diametro e graduano il passaggio dalla cavità in ombra alle pareti in piena luce. L'ordine architettonico scelto è il dorico, il più semplice, e persino le finestre sono prive di cornici.
Alla logica stereometrica degli esterni corrisponde una decorazione interna straordinaria, opera del pittore Giovanni Battista Zelotti, che era già intervenuto nei cantieri palladiani di villa Godi e della Malcontenta.