Italo Gerlin - Que reste-t-il ?
Descrizione
L’AUTORE - ITALO GERLIN
Italo Gerlin nasce a San Pietro di Barbozza nel 1920. Frequenta la scuola ufficiali a Salerno e nel 1941 è ufficiale della 55° Fanteria, Brigata Marche. Partecipa alla II Guerra Mondiale, durante la quale viene catturato e deportato in vari campi, rifiutando sempre di collaborare con i tedeschi. Nell’aprile del 1945, dopo la fine della guerra, viene rimpatriato.
Ritorna così a Valdobbiadene dove, insieme ai fratelli, si occuperà per tutta la vita di una industria tessile. La passione per il disegno e la pittura ha origini antiche, Italo ha frequentato per circa due anni lo studio del pittore Gino Borsato, ma poi ha continuato la sua formazione in autonomia, venendo in contatto con molti altri pittori durante la prigionia e seguendo tutte le Biennali d’arte a Venezia.
LA MOSTRA - QUE RESTE-T-IL?
La mostra ospita una selezione dei quadri di Italo Gerlin, anche molto diversi tra loro, ma legati tutti da un unico filo conduttore, che è anche il pensiero fondamentale veicolato dall’artista: bisogna essere concisi in tutte le cose, “Que reste-t-il?” ossia “Che cosa rimane?” è il titolo voluto per questa mostra. Il messaggio che porta è semplice, per esprimere emozioni e ricordi non servono tecniche pittoriche ricercate o soggetti ricchi di particolari; bisogna togliere, semplificare, arrivare all’equilibrio dato dall’essenziale, con una pennellata decisa e sicura che porta chi osserva il quadro a coglierne l’armonia, e tutte le immagini ed emozioni che quell’essenzialità è capace di risvegliare.
L’EX OPIFICIO - VILLA DEI CEDRI
L’edificio che ospita la mostra di Italo Gerlin era anticamente sede di una filanda di proprietà della famiglia Piva, parte di un complesso immobiliare che comprende anche Villa dei
Cedri e il suo parco storico. Tutta l’area è sottoposta a vincolo monumentale e paesaggistico ed è un luogo storico-simbolo importante per la comunità di Valdobbiadene. Nel corso degli anni l’Amministrazione comunale ha compiuto varie azioni di valorizzazione, restauro e recupero dei vari componenti del compendio, seguendo un Masterplan che mira a inserire nelle diverse strutture presenti varie funzioni legate al turismo, alla cultura e al territorio. L’intervento attuato nell’ex opificio ha portato alla realizzazione di un bellissimo spazio, restituito alla collettività e finalizzato ad una funzione espositiva, culturale e artistica.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano la Cantina Produttori Valdobbiadene Val d’Oca per il contributo economico alla realizzazione della mostra, l’architetto Gianpaolo Bortolin per il supporto artistico nell’allestimento. Hanno inoltre collaborato la Consulta per la Cultura di Valdobbiadene ed i volontari civici nel servizio di vigilanza durante il periodo di apertura della mostra. Un ringraziamento particolare a Paola Cintoli, autrice dell’opera “L’arte nei lager nazisti: memoria, resistenza, sopravvivenza. Pittori militari italiani internati in Germania, 1943-1945”, e a Palombi Editori per averci concesso l’autorizzazione a riprodurre il capitolo dedicato al Maestro Italo Gerlin.
Ingresso libero
Italo Gerlin was born in San Pietro di Barbozza in 1920. He attended the officer training college in Salerno and in 1941 was commissioned into the 55th Infantry, Marche Brigade. He fought in the Second World War, during which he was captured and deported to various prison camps, steadfastly refusing to collaborate with the Germans. In April 1945, after the war ended, he was repatriated. He returned to Valdobbiadene where, together with his siblings, he would spend his entire working life in the textile industry.
His passion for drawing and painting has long-standing origins. Italo attended the studio of the painter Gino Borsato for around two years, but then continued his artistic development independently, meeting many other painters during his imprisonment and attending all the Venice Biennales.
THE EXHIBITION - QUE RESTE-T-IL?
The exhibition showcases a selection of Italo Gerlin’s paintings, stylistically diverse yet united by a single overarching theme: the artist’s fundamental idea. “Que reste-t-il?” or “What remains?” is the chosen title of this exhibition, encapsulating its core message.
The message is simple: expressing emotions and memories requires neither intricate techniques nor overly detailed subjects. It’s about removing, simplifying, and achieving balance through the essential. With confident, deliberate brushstrokes, Gerlin invites the viewer to perceive the harmony of his work and to uncover the images and emotions that such simplicity is capable of evoking.
WATER HALL
In the evocative setting of the Water Hall in the former factory, the exhibition panels and the video of the 2017 interview with the artist guide visitors on a poignant journey through the most significant moments of Italo Gerlin’s life and artistic career.
ACKNOWLEDGMENTS
We extend our heartfelt thanks to Cantina Produttori Valdobbiadene Val d’Oca for their financial contribution to the realization of the exhibition and to architect Gianpaolo Bortolin for his artistic support in the setup.
We also wish to acknowledge the collaboration of the Valdobbiadene Cultural Council and the civic volunteers who assisted with supervision during the exhibition’s opening period.