Museo del ferro e del chiodo

Musei

Descrizione

MUSEO DEL FERRO E DEL CHIODO
Dedicato a Giovanni e Andrea Angelini, autori di ricerche sulla storia della metallurgia in Val di Zoldo, il Museo del Ferro e del Chiodo è allestito presso le sale dell’antico palazzo del Capitaniato.
Fino alla caduta della Repubblica di Venezia l’edificio fu sede del capitanio, ovvero del rappresentante della Serenissima sul territorio zoldano, delegato all’amministrazione dell’ordine pubblico e alla cura delle pratiche militari.
Nel 1480 si stabilì di “fabricare una loggia” a uso del capitanio, alla cui erezione la città di Belluno contribuì con cento ducati.
Nel 1589 il capoluogo corrispose ulteriori denari per “ristaurare” il fabbricato ma, in seguito, si decise di edificare un nuovo manufatto “in altra situazione più alta dal Maè”, quella tuttora esistente presso la chiesa di San Francesco.
Il percorso espositivo, articolato in sezioni tematiche, documenta le attività minerarie e metallurgiche che hanno contraddistinto l’economia storica della vallata, indagando, in particolare, i decenni tra Ottocento e Novecento, in cui si trasformò in attività industriale.
Prospiciente al Museo del Ferro e del Chiodo ed alla Piazza di Forno è la chiesetta di San Francesco.

ATTIVITA’ MINERARIA E METALLURGICA
Nella montagna bellunese erano in passato presenti miniere, la cui esistenza è storicamente attestata dalle investiture che dal 1666 furono concesse in Venezia dal Consiglio dei Dieci per consentirne lo sfruttamento.
L’attività mineraria sul territorio fu presumibilmente legata a sfruttamenti molto numerosi ma, ma di modesta entità e di durata breve e discontinua.
La maggior quantità del ferro lavorato in Zoldo era invece della miniera del fursil in località Colle di Santa Lucia.
La Val di Zoldo non si distinse quindi per importanza delle sue miniere fu invece di notevole rilievo l’attività metallurgica che, attestata dal XIV secolo, a Forno, Fusine, Col del fer, Pian del forno.
Nel 1365 c’erano ben sei forni fusori a Zoldo, ridotti a tre nel 1548 e numerose fucine, nelle quali veniva rifusa la ghisa prodotta dai primi per ricavare acciaio o ferro dolce.
Poste vicine ai corsi d’acqua, sfruttavano la forza idraulica per azionare i magli e realizzare la corrente d’aria indispensabile al funzionamento delle forge.
Rinomati i chiodi e bullette di ogni forma e dimensione; nelle fucine, venivano forgiati utensili per gli usi domestici, strumenti per l’agricoltura, brocche per scarpe.
Nel XV secolo Venezia acquistava aste, anelli, ancore e palle da cannone che, imbarcati sulle zattere lungo il Piave, raggiungevano, l’Arsenale della Serenissima.

In centro al paese di Forno il Museo del Ferro e del Chiodo ricorda e racconta una delle più importanti attività economiche delle valle

CHIESA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI Secolo XVI
Le prime fonti fanno risalire la chiesa al 1570, quando nelle relazioni vescovili venne brevemente ricordato come non consacrato.
Nel 1619 la chiesa risultava accuratamente tenuta e provvista di due altari. In quello maggiore era presente un’ancona intagliata e dorata con una tela raffigurante San Francesco.
Con le chiese dell’Addolorata e di Sant’Antonio Abate, il tempio era amministrato dalla corporazione religiosa dei Battuti.
Dopo qualche manutenzione, nell’estate del 1889 si procedette alla demolizione quasi completa dell’antica chiesetta, lasciando la parete con gli affreschi del ‘500.
Attorno a questo nucleo originario venne ricostruito l’edificio attuale, che fu benedetto il 4 ottobre dello stesso anno.


MUSEUM OF IRON AND NAIL
Dedicated to Giovanni and Andrea Angelini, the Museum of Iron and Nail is set up in the halls of the ancient palace of the Capitaniato.
Until the fall of the Venetian Republic, the building was the seat of capitanio, i.e. the representative of the Serenissima in the zoldano territory, in charge, in particular, of public order and military practices.
Utensils made in iron, nails, shoe studs attests the expertise of a craftsmanship, well known throughout the Venetian territory.
Overlooking the Museum of Iron and Nail and the square of Forno there is the church of San Francis.

MINING AND METALLURICAL ACTIVITY
In the past IN many areas of the Belluno mountains there were mines, whose existence is historically attested by the investitures that since 1666 were granted in Venice by the Consiglio dei Dieci (Council of Ten) to allow their exploitation.
Mining activities in the territory was presumably linked to numerous exploitations but, taken individually, they were of small dimension, short duration and discontinuous.
Most of the iron processed in Zoldo came instead from the mines of fursil, in Colle di Santa Lucia, and was transported here in the valley through the Staulanza Pass.
If the Zoldo Valley was not able to distinguished itself for the importance of its mines it was however of great importance for the metallurgical activities, attested from the fourteenth century, that left a mark in the place names such as Forno (Furnace), Fusine (Forge), Col del fer (Hill of Iron), Pian del forno (Plain of the Furnace).
In 1365 in the Book of the feuds of Belluno Bishopric, in Pieve di Zoldo, six melting furnaces, reduced to three in 1548, were recorded together with numerous forges where the cast iron produced was recast to obtain steel or soft iron.
The melting furnaces were located in the vicinity of rivers where it was possible to exploit the water power to drive the hammers and create the air flow essential to operate the forges.
The most prestigious production of Zoldo steel industry was made up of nails and tacks of all shapes and sizes; in the forges also forged tools for domestic use, tools for agriculture and shoe studs were manufactured.
In the fifteenth century Venice bought rods, rings, anchors and cannon balls that, once embarked on rafts, flew along the Piave and through the river path reached the Arsenal of the Serenissima Republic of Venice.

In the town centre of Forno the Museum of Iron and Nail celebrates and recounts one of the most important economic activities of the valley.

SAINT FRANCIS OF ASSISI CHURCH XVI century
The first documentary sources attesting to the existence of the original temple date back to 1570.
In the high altar there is an ancon, carved and gilded, containing an altarpiece depicting St. Francis in the act of receiving the stigmata; the minor altar, positioned laterally, was dedicated to Our Lady of Sorrows and present artistic wooden reredos.
After some sporadic maintenance work in the summer of 1889 the runners proceeded to the almost complete demolition of the church but preserving the wall with frescoes and part of the side walls.
The present building was rebuilt around that original nucleus. The church was blessed on October 4th of that same year.

Inserito da: Unione Montana Cadore Longaronese Zoldo
Via San Francesco 15
32012 Val di Zoldo