Chiesa di Sant’Andrea a Pralongo
Descrizione
CHIESA DI SANT’ANDREA A PRALONGO
Meta di soggiorno ideale per chi ama le escursioni estive, Pralongo è raggiungibile salendo dall’incrocio presso la chiesa di Sant’Antonio di Forno. In una zona tranquilla ma vicina al centro, è un piccolo angolo di pace, custode di preziosi tesori, sia naturali, che d’arte e di storia.
Tra questi ha un posto d’onore la chiesa di Sant’Andrea che fa da anticamera alla Val Barance, conca di origine glaciale del gruppo montuoso del San Sebastiano, alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. La sua storia comincia nel lontano XVII secolo, quando Alvise, Giacinto e Giulio Gottardo, discendenti dal cospicuo casato degli Zampolli di Pralongo, il 30 agosto 1626 ricorrono al vescovo Giovanni Dolfin chiedendo di poter trasformare il sacello, fondato in loco dal loro padre Giovanni ( intitolato a San Gottardo) – in una piccola chiesa. La posa della prima pietra del tempio, costruito sul sedime del precedente oratorio, il suo completamento, almeno nelle parti principali, è del 1628.
All’unico altare, adornato dalla pala inscritta in una cornice lignea, si accede per mezzo di due grandi lapidei; le porte sono due, le finestre tre, la pavimentazione consta di piccole lastre di pietra accuratamente lavorate. In sostituzione del campanile, sulla facciata maggiore, trova posto una finestrina nella quale c’è una campanella che si suona stando in chiesa. Nel 1669 viene attestata la costruzione della sagrestia dietro l’altare. Al 1695 risale un radicale, importante intervento di manutenzione ed abbellimento promosso dai giuspatroni Zampolli. La cornice della pala, nel 1708, viene giudicata strutturalmente troppo modesta tanto da essere sostituita (post 1727) con l’attuale dossale di sobrio ed equilibrato stile rococò.
Intorno al 1940 la signora Teresa Marcon Zampolli esegue sulle vele del presbiterio e sull’antipetto dell’altare alcune delicate decorazioni pittoriche.
Un delicato restauro è stato fatto intorno agli anni settanta.
OPERE D’ARTE
La pala dell’unico altare, è tra il 1635 e il 1649. Sotto al trono, situato in un’abside, su lato sinistro si riconoscono : San Gottardo con il pastorale, mitria e piviale scintillante d’oro e San Giacinto che mostra la palma del martirio.
La parte forse più gradevole del dipinto, e più importante dal punto di vista storico, è costituita dai due ritratti abbinati a destra in basso. Si tratta del pievano di San Floriano don Giovanni Battista Doglioni e Alvise Zampolli junior il quale nel 1626 inoltrò la richiesta al vescovo per poter edificare la chiesa. Sul gradino dipinto nella tela sono poi chiaramente riconoscibili, da sinistra, gli stemmi del pievano, del vescovo Malloni e quello dei Signori Zampolli di Pralongo. Lo stile dell’opera ne attribuisce sicuramente la paternità al bellunese Nicolò de Barpi.
Sulla parete di destra del presbiterio è appeso il dipinto di ignoto autore probabilmente degli ultimi anni del ‘500, che costituiva il principale arredo dell’originale sacello fondato da ser Giovanni Zampolli. La piccola tela, inserita in una coeva cornice garbatamente intagliata e scolpita, visualizza l’antico tema della “Madonna del Perpetuo soccorso”. Il nucleo principale della narrazione, sottolineato dal glorificante alone luminoso, è attorniato da una corte di Santi : Andrea reggente la croce, Fermo dal volto giovanile, Gottardo con le insegne vescovili, papa Sisto, Bartolomeo e San Valentino parato da messa, recante il calice e la palma del martirio.
CHURCH OF SANT’ANDREA IN PRALONGO
Destination of an ideal stay for people loving summer excursions, you can reach Pralongo by coming up from the crossing by the church of Sant’Antonio of Forno. In a quiet area, anyway near the centre, it is a little peace corner, keeper of precious, natural, art and historical treasures.
Among them a pride of place is reserved to the church of Saint Andrew that is like a vestibule to Barance valley, a wide valley of glacial origin of the mountain group of San Sebastiano, at the gates of the National Park of the Dolomites of Belluno. Its history starts in the XVII century, when Alvise, Giacinto and Giulio Gottardo, heirs of the notable lineage of the Zampolli of Pralongo, The laying of the first stone of the temple, built on the sediments of the previous oratory, dates back to 5th May 1627 while it was finished in 1628, at least in its main parts.
You can enter the unique altar, decorated by the altarpiece inserted in a wooden frame, through two big stones; there are two doors, three windows, the pavement is composed of small carefully carved stone plates. As replacement of the belfry, on the major facade, there is a small window where you can see a little bell that is ringed staying inside the church. In 1669 the building of the sacristy behind the altar is attested. An extreme, important maintenance and improvement intervention promoted by the “giuspatroni (N.d.T. a sort of patron)” Zampolli dates back to 1695; this is an evident sign of faith as well as a clear consequence of the status of the historical lineage. The frame of the altarpiece, in 1708, is judged structurally too simple so that it is replaced (post 1727) with the current reredos in a simple and harmonious Rococo style. During the events connected to the forfeiture of the property of the clergy by virtue of the Napoleonic regulations, the small church probably comes out unscathed just for the reason that it was legally a private property.
In the ‘40s of the twentieth century Mrs. Teresa Marcon Zampolli does some delicate pictorial decorations on the sails of the presbytery and on the altar wall.
Coming nearer to the current days, we have to underline that the small church of Pralongo, situated at the end of the village with the choir turned to south-south-west, was submitted to a careful and radical renovation at the beginning of the ‘70s.
ART WORKS
The altarpiece of the sole altar, chronologically referring to the period between 1635 and 1649,
It concerns the parish priest of Saint Florian don Giovanni Battista Doglioni, dressed up in surcoat and tippet, and the rich “giuspatrono” Alvise Zampolli junior, who submitted a request to the bishop in 1626 to have the authorization to build the church. On the step painted on the canvas you can clearly see, from left, the emblems of the parish priest, of the bishop Malloni and the one of the Zampollis of Pralongo. The style of the work surely collocates its authorship to Nicolò de Barpi from Belluno having it been compared with his other works, exposed in some churches of the Valley of Zoldo.
On the right wall of the presbytery hangs the painting of an unknown author, probably referable to the last years of the sixteenth century; it was the main furniture of the original shrine founded by Giovanni Zampolli. The small canvas, inserted in a contemporary, carefully carved, visualizes the ancient theme of “Our Lady of Perpetual Help”.