Chiesa di San Carlo Borromeo Pecol
Descrizione
CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO PECOL
Secolo XIX
L’attuale chiesa intitolata a San Carlo Borromeo fu edificata poco distante dall’originaria che andò completamente distrutto nell’incendio che devastò l’abitato nel settembre del 1961.
Ricostruita su progetto dell’ing. Vincenzo Barcolloni Corte a partire dal 1972, venne benedetta nell’agosto del 1976; dell’edificio primitivo conserva gli altari e alcune tele.
STORIA
La diffusione nel Bellunese della devozione a Carlo Borromeo si deve al vescovo Luigi Lollino (1596-1625) che, dopo aver conosciuto e frequentato l’arcivescovo di Milano, fece erigere in suo onore un altare nella cattedrale del capoluogo.
Voluta dai Regolieri e dal pievano, la chiesa originaria di Pecol era stata edificata attorno al 1616 e completata nel 1626.
La chiesa possedeva un pregevole altare, all’epoca non ancora dorato, contenente le statue del titolare e dei Santi Mamante e Francesco.
Verso la fine dei Seicento il campanilino ricavato in una finestra sopra l’ingresso venne sostituito con una torre contenente due campane.
Nel 1730 i deputati della Regola chiesero e ottennero il permesso di erigere nella chiesa una cappella con altare da dedicare alla Madonna del Parto.
ARTE
Il manufatto attuale presenta un impianto distributivo ad aula, con copertura a due falde sostenuta da puntoni lignei incrociati.
Lo storico altare maggiore è opera di Jacopo Costantini; colorato e dorato nel 1642, il manufatto si connota per la ricchezza dell’apparato decorativo che ha ritrovato il suo primitivo splendore a seguito dell’accurato restauro eseguito nel 1981.
Nelle nicchie dell’alzata trovano posto le statue lignee dei Santi Carlo Borromeo, in abiti cardinalizi, tra Mamante e Francesco.
Nella loggia sommitale è collocato il simulacro della Madonna di Loreto, coronato da quattro angeli.
L’altare minore, terminato nel 1732 e costituito dall’assemblaggio di pregevoli marmi policromi, contiene la pala raffigurante la Madonna in attesa del parto tra i santi Domenico e Giovanni Battista; la tela è attribuita al pittore Angelo Trevisani (1669-1753).
Sulle pareti dell’aula sono esposte quattro tele rappresentanti la Vergine con il Bambino, San Giuseppe, Sant’Antonio da Padova e San Nicolò vescovo.
PECOL
I primi documenti che attestano l’esistenza nella Val di Zoldo di luoghi abitati o di territori adibiti a pascolo risalgono alla seconda metà del XII secolo.
Si presume, tuttavia, che la formazione degli insediamenti sia avvenuta intorno all’anno 1000 durante periodo di dominazione Imperiale germanica, che lasciò evidenti impronte nell’organizzazione territoriale in molte località dolomitiche.
In quest’epoca i nuclei si sarebbero strutturati secondo il principio del Maso.
In tale contesto sarebbe stato fondato a Pecol anche un castello, attestato dalla tradizione orale e dal nome di castèl, che passando sotto il Monte Coldai e il Col Marin, conduceva a Forcella Alleghe.
Nel XIII secolo, con il riconoscimento alla Comunità di Zoldo del diritto di rappresentanza in seno al Consiglio dei Nobili di Belluno, si assistette al progressivo rafforzamento della Comunità . Le Regole, tra cui quella di Pecol sono menzionate in un documento del 1398 riguardante una sentenza per confini di pascolo con i Nobili Braga proprietari del Monte di Goima.
CHURCH OF SAN CARLO BORROMEO PECOL
XIX Century
The current church, dedicated to Saint Carlo Borromeo, was erected not far from the original church completely destroyed by the fire that ruined the residential area in September 1961.
Rebuilt according to the plan of Engineer Vincenzo Barcolloni Corte beginning from 1972, the church was blessed in August 1976; of the primitive building still visible are the altars and some canvas.
HISTORY
The spreading of the devotion to Carlo Borromeo in the area of Belluno is due to the bishop Luigi Lollino (1596-1625) who, after meeting and spending time with the Archbishop of Milan, in his honour erect an altar in the cathedral of the province capital.
Desired by the “Regolieri” and by the parish priest, the original church of Pecol had been erected about 1616 and completed in 1626.
From the Reports of the Pastoral Visits carried out in the XVII century, it can be inferred that the work of art, with arched ceiling and apse turned to west, had a valuable altar, at that time not gilded yet, including the statues of the holder and of the Saint Mamante and Saint Francis.
Towards the end of the seventeenth century the little bell-tower, created in a window above the entrance, was replaced with a tower including two bells.
In 1730 the representatives of “Regola” asked and obtained the authorization to build a chapel with an altar dedicated to the Madonna of the Birth inside the church.
ART
The current artefact shows a hall distribution system, with gable roof supported by wooden cross struts.
The historic high altar was made by Jacopo Costantini; coloured and gilded in 1642, the artefact is characterized by a sumptuous decoration brought back to its original majesty after the careful restoration carried out in 1981.
In the niches of the rise there are the wooden statues of Saint Carlo Borromeo, dressed solemnly in Cardinal clothes, between Saint Mamante and Saint Frances.
In the summit lodge you can appreciate the simulacrum of the Madonna of Loreto, crowned by four angels.
The lesser altar, completed in 1732 and consisting of an assembly of excellent polychrome marbles, incorporates the altarpiece showing the Madonna del Parto between the Saints Domenico and John the Baptist; the canvas is attributable to the painter Angelo Trevisani (1669-1753).
On the walls of the hall four canvas hang representing the Virgin and Child, Saint Giuseppe, Saint Antonio from Padua and Saint Nicolò bishop.
PECOL
The first documents testifying the existence of inhabited places or territories adapted to pasture in the Zoldo Valley date back to the second half of the XII century.
It can be inferred, in any way, that the creation of settlements had arrived about the year 1000 during the German imperial rule, that left clear marks as for the territorial organization in several resorts in the Dolomites.
At that time centres were probably organized according to the principle of “Maso” (N.d.T: A farm usually consists of a barn , a stable and a small room used for cooking food and the preparation of cheese).
In this context also a castle was erected in Pecol, testified by the oral tradition and by the place name castèl, i.e. situated in a high position to protect the road that, going under the Mount Coldai and the Col Marin, leading to Forcella Alleghe (mountain pass) .
In the XIII century, the “Regole” are mentioned in a document dated 1398 and concerning a judgement for pasture borders with the Nobles Braga, owners of the Goima Mount.