Villa Onigo
Descrizione
Villa Onigo, è uno degli edifici storici più belli del comune di Trevignano. Attualmente il piano terra è occupato dalla biblioteca comunale, mentre i piani nobili sono la sede di alcune associazioni e saltuariamente inoltre ospita alcune mostre d'arte.
I primi cenni storici di Ca’ Onigo risalgono al 1635 anche se i conti Onigo risiedevano nella villa già dal 1518. Conte Francesco Onigo, detto “Il Vecchio”, che apparteneva ai cavalieri di Malta, commissionò i lavori di restauro che terminarono attorno al 1687 per opera dell’architetto Andrea Pagnossin. Il conte fece molte variazioni sulla struttura originale che aveva quattro piani ed una porzione frontale divisa in tre parti: un’ “erba sopra
l’acqua” che era una porzione di terra divisa in quattro settori da dei piccoli canali d’acqua, un labirinto ed un bellissimo bacino per i pesci con la
forma della Croce di Malta. Il suo contributo più grosso all’edicio è stato il grande pronao supportato da quattro grandi pilastri rustici. A metà del XVII° secolo circa il salone nobile della villa venne dipinto da Giovanni Colombini, un rinomato pittore di areschi della provincia di Treviso ed uno specialista delle prospettive, come può notare il visitatore ammirando i suoi bellissimi cicli di areschi.Dopo la morte del Conte Francesco Onigo “Il Vecchio” il complesso della villa rimase alla sua famiglia. A metà del XIX° secolo circa la villa venne restaurata un’altra volta dal Conte Oliviero Rinaldi, marito della contessa Teodolinda Onigo che fu assassinata nel XX° secolo da un contadino di Trevignano. Dopo il 1903, data della sua morte, la casata aristocratica degli Onigo si estinse e tutte le sue proprietà di Trevignano furono vendute.
La villa fu acquistata dalla famiglia Favotto che la destinò alla propria residenza e come centro di allevamento di bachi da seta (allevamento di particolare interesse in quanto centro di esperimenti attuato in collaborazione con l’istituto per l’allevamento dei bachi da seta di Vittorio Veneto).
Questa particolare destinazione è ancora oggi testimoniata dai due strani camini con forme sinuose al secondo piano, usati per ottenere sempre la temperatura adatta all’allevamento dei bachi stessi. Negli anni trenta, parte della villa è stata donata dalla famiglia Favotto al reverendo Don Floriano Mazzarolo (allora parroco di Trevignano) allo scopo di stabilirvi le scuole per l’insegnamento della dottrina cristiana, nonché le aule e gli altri locali dell’asilo per l’infanzia. L’immobile dopo la morte di mons. Floriano Mazzarolo, figura di notevole spicco e di elevato valore spirituale, è stato ereditato dalla parrocchia dei SS. Teonisto e CC. Martiri di Trevignano. Soltanto negli anni ottanta il Comune di Trevignano comprò l’intero complesso e cominciò un restauro radicale con l’ex architetto Renzo Tooluti, un rinomato professore e ricercatore dell’Università di Venezia.
Fonte: Treviso to day