Gena
Architettonici
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Descrizione
Gena
La località di Gena è suddivisa nelle tre borgate di Gena Alta, Media e Bassa, disposte tra i 400 e gli 800 m di altitudine.
Gli abitati toccavano un tempo il numero di 300 ma, a causa dell'alluvione del 1966 e dell'emigrazione che ha colpito profondamente il bellunese in quegli anni, oggi Gena risulta completamente disabitata.
Gena Bassa è inoltre quasi scomparsa nel 1962 per la formazione del lago artificiale del Mis.
Oggi L'unica casa abitata è l'osteria alla Soffia a Gena Bassa, vicino al ponte sulla testata del lago artificiale, nei pressi dell'omonima cascata e dei Cadini del Brenton.
Accanto alla locanda vi è una piccola chiesetta.
Esso è la ricostruzione del più antico oratorio di San Remedio, voluto da alcuni abitanti delle Gene nell'ottocento.
L'antico oratorio, che esisteva sul fondo della valle, è stato sommerso dall'acqua del lago dopo la costruzione della diga avvenuta sul finire
degli anni Cinquanta del secolo scorso.
L'antico oratorio, che esisteva sul fondo della valle, è stato sommerso dall'acqua del lago dopo la costruzione della diga avvenuta sul finire
degli anni Cinquanta del secolo scorso.
Gena Bassa era un vero e proprio paese, con tanto di scuola elementare pluriclasse, ufficio postale, un albergo e naturalmente la chiesa.
Tutto venne inghiottito dalle acque del lago quando venne riempito nel 1962.
Gena è stata inoltre protagonista di un importante fatto storico che ancor oggi si commemora annualmente.
Durante la seconda Guerra Mondiale, infatti, Gena Alta fu colpita da un violento rastrellamento nazista, che vide l'uccisione di sei giovani e l'incendio del paese.
Per maggiori info sulla storia del luogo si rimanda a:
"Una storia, tante storie: la vita e la gente del Canal del Mis", Pieranna Casanova, Belluno,
Tipografia Piave, 1999.
Gena è stata inoltre protagonista di un importante fatto storico che ancor oggi si commemora annualmente.
Durante la seconda Guerra Mondiale, infatti, Gena Alta fu colpita da un violento rastrellamento nazista, che vide l'uccisione di sei giovani e l'incendio del paese.
Per maggiori info sulla storia del luogo si rimanda a:
"Una storia, tante storie: la vita e la gente del Canal del Mis", Pieranna Casanova, Belluno,
Tipografia Piave, 1999.