Da Cima Sappada (BL) si risale interamente la stretta rotabile della Val Sesis, al cui termine si trova il rifugio Sorgenti del Piave (1830 m); è possibile lasciare la vettura nell'ampio piazzale antistante la costruzione.
A Nord-Ovest del suddetto rifugio, attraversato il breve collegamento per la piccola cappella limitrofa, si rinviene l'imbocco del sentiero Ovest per il monte Peralba (seganvia CAI). In un primo momento questa traccia scende moderatamente lungo una splendida radura d'alta quota (ingentilita dalla presenza di ginepri, larici ed abeti rossi), ma ben presto, dopo aver piegato a destra, prende a rimontare l'erto pendio boscato posto alla base delle rocce. Lasciati alle spalle gli ultimi alberi si affrontano alcuni ripidi passaggi tra cengette costituite da rocce, zolle erbose e pini mughi, mentre la visuale va spostandosi sempre più in direzione della splendida foresta della val Visdende, delimitata a settentrione dalle verdissime montagne della dorsale carnica.
Ci si trova all'inizio dell'ampio crestone occidentale del monte Peralba. Dopo aver rasentato una liscia lavagna calcarea e rimontato un tratto assai ripido si giunge in corrispondenza della sommità della cresta rocciosa. Sempre accompagnati dagli sbiaditi bolli rossi, si prosegue nella salita (ora meno esposta), destreggiandosi tra gli sfasciumi, mentre l'aspetto muta nuovamente, rivelando profondi e solcati canaloni, turrite elevazioni dall'aspetto solenne e baratri senza fondo, in un contesto senz'altro severo ma estremamente suggestivo. Poco al di sotto della cima si attraversa un'ampio settore costituito da ghiaie, che il sentiero dipana con strette serpentine, quindi si giunge in vista dei resti di antiche postazioni militari austriache, superate le quali si guadagna la cima (2694 m, ore 2 dalla partenza), con campana, madonnina, libro e croce di vetta e panorama immenso, davvero grandioso in ogni direzione. Per la discesa si utilizza la via normale, superando dapprima il lungo crestone orientale (con altra postazione austriaca del 15/18), quindi guadagnando uno stretto intaglio tra le rocce, che precede di poco l'ingresso nell'ombroso canalino detritico attrezzato con cavo metallico, in cui dev'essere posta attenzione a causa delle rocce scivolose e dell'eventuale presenza di neve residua (soprattutto ad inizio stagione). Si scende quindi lungo il versante nord, su traccia evidente costituita da diversi tornantini. Dopo aver superato un facile canalino roccioso si piega in modo graduale verso destra, al fine di aggirare il basamento orientale del monte.
Lasciato a sinistra il sentiero per il passo Oregone, si affrontano le ultime svolte che ancora separano dal passo Sesis (2312 m), ove si trascurano i segnavia 140 per la valle di Fleons e 173 per il passo dei Cacciatori; camminando lungo il sentiero 132 ci si riporta gradualmente verso sud/ovest, superando dapprima un tratto dolce, quindi un ripido ghiaione, che si esaurisce poco sopra al rifugio P.F. Calvi (2164 m, 45 minuti dalla vetta).