Sulle vie dell’Ambra

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Descrizione

Sulle vie dell’Ambra è il festival nato a Rovigo per valorizzare le recenti scoperte archeologiche a cui è dedicata la sezione dell’Ambra del Museo dei Grandi Fiumi.

Lungo le vie dell’ambra si intrecciano saperi, miti, conoscenze e commerci che dal Baltico si snodano fino al Mediterraneo attraverso millenni di storia e che si incontrano a Rovigo dove nell’età del Bronzo l’ambra veniva lavorata e trasformata in raffinate perle.

L’ambra ha permesso di sviluppare una grande civiltà, una cultura che si aggancia al mito, ai commerci, alla storia e alla scienza. È auspicabile che oggi Rovigo ritrovi il suo ruolo di perno e cardine di numerose connessioni che si uniscono nell’ambra, ma che si snodano tra episodi storici, miti fondativi, scavi archeologici, preziose creazioni artigianali e conoscenze di vario genere e interesse. Le vie dell’ambra, ai giorni nostri come nei tempi antichi, devono intrecciare esperienze, persone e luoghi dal Mediterraneo meridionale fino ai paesi baltici con l’ambizioso e futuribile obiettivo di cercare di ripercorrere e ricostruire una contemporanea e comunitaria via dell’ambra”.

Il Museo dei Grandi Fiumi ha una sezione dedicata all’ambra.
Un percorso che racconta il Polesine ai tempi di Ulisse e che è dedicato al sito di Campestrin, a Grignano, risalente all’età del bronzo, testimonianza dalla lavorazione dell’ambra proveniente dal Baltico. Il percorso di visita alla sezione, finanziata dal progetto Historic nell’ambito del programma europeo Interreg V-A Italy-Croatia, inizia con un’esperienza immersiva e multimediale in cui si racconta il mito di Fetonte e si snoda in postazioni sulla storia degli scavi, sui reperti e il loro d’uso, evidenziando l’eccezionalità delle scoperte.

Il progetto scientifico è stato curato da Paolo Bellintani, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia di Trento, e dalla professoressa Ursula Thun Hohenstein, dell’università di Ferrara.

L’abitato di Frattesina, a sud-est dell’attuale centro di Fratta Polesine fu scoperto nel 1967 dai soci del Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo che ne diedero le prime notizie sulla rivista Padusa.

Le principali ricerche sul sito sono state dirette da Anna Maria Bietti Sestieri che, tra il 1974 e il 1989, ha condotto 11 campagne di scavo, per conto dell’allora Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. Nel contempo, grazie all’attività dei funzionari della Soprintendenza competente, Maurizia De Min e Luciano Salzani, sono stati segnalati anche ulteriori rinvenimenti di superficie di grande importanza, in particolare i 4 ripostigli “da fonditore”, e le due necropoli pertinenti all’abitato.

Dal 2013 ricerche di superficie e prospezioni sono riprese.

Frattesina, nell’età del bronzo, era un noto centro di produzione artigianale. Sono stati riportati alla luce un’incredibile quantità e varietà di oggetti provenienti dal più lontano passato della provincia. La sua manodopera lavorava le materie prime più disparate: dalle locali sabbie del Po (all’epoca un ramo del Po, ormai scomparso, scorreva proprio nei pressi dell’odierna Fratta Polesine) per la produzione del vetro, fino alle esotiche uova di struzzo.






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45100 Rovigo