Castello Di Castiglione Mantovano
Descrizione
Il castello, con tutta probabilità, sorse su un antico “Castrum”, forse costruito dal Gen. Romano Silicone( Amadei, Cronaca Universale della città di Mn. Vol.I° p. 80). Presumibilmente esso fu costruito nell’ambito di un programma più ampio, che vide la costruzione di altri castelli nel vallo difensivo fra il Mincio ed il Po. In quel periodo infatti, precisamente nel 403 D.C., l’Impero Romano era in guerra con i Visigoti che, capeggiati da Alarico, saccheggiavano l’Italia intera.
“Castel Stilicone” fu quindi verosimilmente il nome che il generale attribuì in suo onore al castello; questo nome venne con il passare del tempo associato anche al borgo circostante, e tramutato in “Castiglione”.
Il castello sorge su un rilievo naturale (di circa 6-8 m sul piano di campagna), che è un elemento assai singolare in una zona dalla morfologia assolutamente pianeggiante; esso domina il territorio ove un tempo correva la linea di confine celtica della “Padana Gallica”, in una zona che allora come oggi, era di confine tra due regioni: la Lombardia e il Veneto. Esso doveva infatti servire sin dall’origine, come avamposto alle vie d’accesso a Mantova.
Nel 1228, la borgata Castiglionese viveva in regime repubblicano; vogliosa di lavorare e produrre in pace, riedifica il castello distrutto in fasi successive dai Veronesi e ne ripristina la funzione difensiva contornandolo con fosse e barricate. Nel 1370, Ludovico Gonzaga, per difendersi dagli assalti di Bernabò Visconti, ne rinforzò le mura, scavò dei fossati e attrezzò il ponte levatoio di assiti e bolzoni. Successivamente, auspicando a tempi di pace, Ludovico II, nel 1468, sostituì il ponte levatoio con una costruzione più solida in muratura.
Nel 1484, come già detto, le forze alleate di Ferrara, Calabria e Mantova si scontrano contro le forze venete (specie Venezia) capeggiate dal Sanseverino.In questo contesto, l’Architetto Luca Fancelli (il principale costruttore della fabbrica di Sant’Andrea in Mantova), viene incaricato dai Gonzaga di attrezzare i fortilizi del confine veronese, tra cui quindi anche Castiglione Mantovano: costruisce merli e mantelletti, colma d’acqua i fossati e inonda artificialmente le zone circostanti il castello. Un’intervento che si rese prezioso nel momento in cui i Castiglionesi, trovatisi coinvolti nella battaglia, poterono rifugiarsi nel castello, riuscendo a difendersi dagli attacchi esterni.
Verso la metà del ‘500, durante il ducato di Federico II, si sa che vengono svolti lavori di manutenzione ai ponti e alle fosse.
Nel 1582, risulta che le torri si presentassero addirittura mozzate e richiedessero un urgente intervento di ricostruzione; i Castiglionesi chiederanno in questo periodo al Duca di Mantova l’esenzione al pagamento delle tasse, con l’intento di concentrare i loro mezzi nel riparare quanto danneggiato.
Nonostante da questo momento in poi il castello funzionerà soltanto come punto di controllo e avvistamento verso il veronese, nel 1630 esso venne nuovamente danneggiato, quando Castiglione (come Mantova) fu abbandonata al saccheggio dei Lanzichenecchi.
Fin dalla metà del ‘700 esso viene annoverato come un fortilizio decisamente “dirupato o in ruina”; nonostante il suo stato di degrado, nemmeno dopo il 1707 (inizio della dominazione austriaca) esso verrà abbattuto.
Fonte: Castiglione Mantovano