Palazzo Poli

Musei

Descrizione

Palazzo Poli fu acquistato nel 1978 dallo Stato, esercitando il diritto di prelazione, dall’Istituto di San Paolo di Torino, proprio per unificare, anche negli spazi, la Calcografia Nazionale e il Gabinetto Nazionale delle Stampe. Con il trasferimento delle collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe (da via della Lungara in Villa Farnesina), avvenuto nel 2008, si è completata la rinascita del palazzo quale importante centro culturale. Dello storico palazzo si è conservata la Sala Dante che si affaccia sulla fontana, vivace centro culturale romano, sede nel 1866 della Galleria Dantesca, cui deve il nome, e celebre per la storica esecuzione della Dante Simphony di Liszt che vi fu eseguita per l'inaugurazione. L'attività concertistica che vi si svolse regolarmente per più di trenta anni la rese nota in tutto il mondo. Attualmente vi si svolgono eventi, convegni, concerti, seminari; mentre, sempre al primo piano del palazzo, troviamo gli spazi espositivi che ospitano mostre ed esposizioni di grafica storica e contemporanea.
Il palazzo, su cui poggia la costruzione della Fontana di Trevi, è il risultato di diverse fasi costruttive. Il nucleo più antico, con fronte su piazza di Ceri, terminato nei primi anni del XVII secolo, fu commissionato dal duca di Ceri, che nel 1566 aveva acquistato il palazzo Del Monte ubicato in quell’area. L’incarico di costruire il nuovo edificio, inglobando anche proprietà vicine, fu dato all’architetto Martino Longhi, il vecchio e, alla sua morte, a Ottaviano Mascherino.

Dopo ulteriori ingrandimenti effettuati dalla famiglia Borromeo, eredi della proprietà Ceri, il palazzo fu acquistato nel 1678 da Lucrezia Colonna, poi sposa di Giuseppe Lotario Conti, duca di Poli, da cui il nome del palazzo. A lui, fratello del papa Innocenzo XIII, infatti, si devono altri importanti ampliamenti e l’acquisto degli edifici adiacenti al suo palazzo con fronti sulla piazza di Trevi: il palazzetto già Schiavo dei Carpegna e la casa dell’Arte della Lana, già Vitelleschi.
Stefano Conti, figlio di Giuseppe Lotario, compì i lavori di ristrutturazione delle nuove parti inglobate, estendendo il palazzo ai definitivi confini, fino alla piazza di Trevi, fra il 1728 e il 1730, poco prima dell’inizio dei lavori per la nuova fontana del Salvi, nel 1732.
Nel 1808, alla morte di Michelangelo Conti, senza figli, il palazzo passò alla nipote Geltrude, sposa di Francesco Sforza Cesarini, il quale già nel 1812 lo vendette a Luigi Boncompagni Ludovisi. Dopo poco più di 70 anni, la proprietà fu venduta ai costruttori Belloni, Basevi e Vitali, che stravolsero la parte più antica dell’antico palazzo Ceri, già parzialmente distrutta per i lavori di via del Tritone.

Nel 1888 il Comune di Roma espropriò la porzione ancora integra del palazzo Poli per salvaguardare la fontana e l’edificio fu destinato ad ospitare uffici, inizialmente della Sezione del Tribunale Civile, poi dalla Provincia fu affittato per gli uffici degli Ispettori Catastali. Nel 1939 l’edificio fu ceduto a privati come pagamento per la costruzione, per conto del Governatorato, di nuovi uffici sulla via del Mare.

Le mura di questo palazzo ospitarono nel corso dell’800 diversi inquilini illustri, fra i quali si ricordano artisti e letterati: Francesco Manno, Peter Cornelius, Joseph Severn, Gioacchino Belli.
La principessa Zenaide Wolkonski vi abitò dal 1834 e il suo esclusivo salotto era frequentato da Belli e Gogol. L’edificio fu sede di logge massoniche, del consolato [...]

Inserito da: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Via Poli, 54
00187 Roma