Tomba di Dante

Monumenti
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Descrizione

La Tomba di Dante Alighieri è un monumento funebre eretto presso la basilica di San Francesco nel centro di Ravenna, città nella quale il Sommo Poeta visse gli ultimi anni della propria esistenza, morendovi nel 1321. La tomba è Monumento Nazionale ed attorno ad essa è stata istituita una zona di rispetto e di silenzio chiamata "Zona dantesca". Nel 2006-07 la tomba è stata sottoposta a un accurato restauro e la facciata è stata completamente ridipinta. Il giorno dopo il decesso, il corpo del poeta fu sepolto nello stesso sarcofago in cui si trova tuttora, ma che era allora posto lungo la strada, all'esterno del chiostro di Braccioforte sopra nominato. Alla fine del XV secolo il podestà veneto di Ravenna Bernardo Bembo spostò il sepolcro sul lato ovest del chiostro stesso. I fiorentini dopo pochi anni cominciarono a reclamare a Ravenna le reliquie del loro cittadino più illustre. Un "rischio" che parve diventare certezza quando sul soglio pontificio ascesero due papi fiorentini, entrambi della famiglia Medici: Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-34). Il primo, concesse nel 1519 ai suoi concittadini il permesso di prelevare le ossa del poeta per portarle a Firenze; ma quando la delegazione toscana aprì il sarcofago, le ossa erano sparite. I frati francescani infatti, poco tempo prima, avevano praticato, dal retrostante chiostro, un buco nel muro e nel sarcofago per "mettere in salvo" i resti del poeta. Lo stesso sarcofago fu poi trasferito nello stesso chiostro e gelosamente sorvegliato. Le ossa erano state racchiuse nel 1677 in una cassetta dal priore del convento Antonio Sarti, e furono rimesse nell'urna originaria solo nel 1781, quando cioè il Morigia costruì l'attuale mausoleo, parte integrante dell'annesso convento. Quando nel 1810 il convento fu soppresso per ordine di Napoleone Bonaparte, i frati nascosero nuovamente la cassetta con le ossa, per evitare che le truppe d'occupazione se ne impadronissero e la vendessero come bottino di guerra.  Così, dall'inizio dell'Ottocento, tutti coloro che vennero a Ravenna per rendere omaggio a Dante ignorarono che il suo sepolcro fosse vuoto. Le ossa del sommo poeta furono ritrovate casualmente da un operaio il 27 maggio 1865 durante i lavori di restauro per il VI centenario della sua nascita. Se non finirono in un ossario comune si dovette all'intervento di un giovane studente, Anastasio Matteucci (poi divenuto uno stimato notaio) che lesse e interpretò la dicitura sulla cassetta che iniziava con le parole: ossa Dantis... La salma fu ricomposta, esposta al pubblico per qualche mese in un'urna di cristallo e quindi ritumulata all'interno del tempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo. Durante la seconda guerra mondiale la cassetta fu nuovamente nascosta per evitare che i bombardamenti la distruggessero. Fu prelevata dal tempietto il 23 marzo 1944 e ricollocata il 19 dicembre 1945; durante questo periodo, venne sepolta poco distante dal mausoleo sotto un tumulo coperto da vegetazione, oggi contrassegnato da una lapide. A Firenze, nella speranza che le reliquie fossero restituite, fu eretto nel 1829, in stile anch'esso neoclassico, un grande cenotafio in Santa Croce, raffigurante il poeta seduto e pensoso, innalzato in gloria dall'Italia, mentre la Poesia piange, china sul sarcofago.

Inserito da: Tourist Office
Via Dante Alighieri, 9
48121 Ravenna