Chiesa di San Giorgio
Descrizione
La chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, situata lungo la strada che da Treviso conduce a Padova, risale con buona probabilità nel suo impianto originario al XIV secolo.
La scelta della posizione è da ricollegare a tempi più antichi quando la dominazione romana interessò anche il territorio quintino.
Lo stesso toponimo ne denota le antiche origini: infatti esso indicava una stazione di cambio, la cosiddetta “mansio”, posta a cinque miglia dalla città.
Con la caduta dell’impero romano e l’avvicendarsi delle invasioni barbariche, anche le colonie romane conobbero il declino, tanto che a partire dal medioevo le vicende storiche locali seguirono quelle della vicina Treviso.
Soltanto nel 1152 il toponimo Quinto verrà citato per la prima volta in una bolla papale di Eugenio III, nella quale si confermava la dipendenza alla diocesi di Treviso della pieve di San Cassiano.
Quest’ultima tuttavia perse progressivamente di importanza e rimase isolata quando il centro vitale del paese si spostò più a sud, lungo le rive del Sile, e l'economia del paese iniziò a basarsi per secoli sulle attività che si svolgevano su questo fiume, soprattutto quella molitoria.
Nacque così un nuovo fulcro religioso attorno alla chiesa intitolata a San Giorgio ed edificata proprio vicino all’attuale centro.
Del vecchio edificio del XIV secolo rimangono due affreschi del 1500 e due dipinti del Pozzoserrato. Questi ultimi facevano parte di un trittico che si completava con un'opera oggi conservata nella cappelletta della vicina Villa Memo Giordani Valeri.
Ricostruita completamente nel dopoguerra, su un progetto di Antonio Beni, la chiesa si presenta con una struttura a tre navate, di cui la centrale più ampia, ed il tradizionale transetto su cui si inserisce il presbiterio, adornato da un’ampia vetrata colorata che conferisce all'ambiente un tocco soprannaturale in richiamo alla vita eterna.
The parish church of Saint George the Martyr lies along the road from Treviso to Padua and its original layout in all likelihood dates back to the 14th century.
In ancient times, the power of Rome extended to Quinto, explaining why it was built in this particular location.
The name Quinto (‘fifth’ in Italian) confirms its ancient origins, as it indicates a stopping place, “mansio” in Latin, five miles from the city.
With the fall of the Roman Empire and the subsequent barbarian invasions, Roman colonies began to decline and, from the Middle Ages onwards, the town’s history became more intwined with that of Treviso.
The name Quinto was mentioned for the first time in 1152 in a papal bull by Eugene III, stating that the parish church of Saint Cassiano came under the diocese of Treviso.
The importance of Saint Cassiano, however, gradually dwindled and the church become even more isolated when the centre of the town was moved further south to the banks of the Sile. The economy of the town also shifted and, for centuries, revolved around activities along the river, especially milling.
A new religious community grew around the church dedicated to Saint George, which was built near where the centre is today.
The only remains of the old 14th-century building are two frescoes dating from 1500 and two paintings by Pozzoserrato. The paintings were part of a triptych, the third part of which is now preserved in the chapel of the nearby Villa Memo Giordani Valeri.
Completely rebuilt after the war upon the design of Antonio Beni, the church has two side aisles and a large central nave. It has a traditional transept with a presbytery which is decorated with large, coloured glass which gives the space a rather supernatural feel in keeping with eternal life.