I tesori di Villa Balladoro
Descrizione
All’interno di Villa Balladoro potrete ammirare la mostra archeologica permanente reperti archeologici dell’età del bronzo e del ferro rinvenuti nel territorio di Povegliano Veronese e nei paesi limitrofi. Sono inoltre esposti materiali celtici ed in particolare, la sepoltura della necropoli longobarda, attualmente l’unico esempio di tomba contenente un cavallo insieme a due cani in una necropoli longobarda italiana. Si tratta di una tomba databile tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo e, molto probabilmente, testimonia un sacrificio propiziatorio in occasione della tumulazione di un guerriero di alto lignaggio.
Nelle stanze al piano terra è custodito l’archivio Balladoro, grande opera di ricerca e raccolta del conte Arrigo Balladoro, nato a Verona nel 1872 e morto a Povegliano Veronese nel 1927.
Discendente di una fra le più nobili famiglie veronesi, fu illustre personaggio di elevata cultura, soprattutto folkloristica.
Si suddivide in due filoni:
1) Archivio:
74 buste e 149 registri suddiviso in due sezioni: la prima raccoglie la storia della famiglia in processi che vanno dal 1400 al 1950 circa e riguardano i beni immobili.
La seconda parla della loro attività commerciale ed è composta da 30 volumi imperniati in gran parte al commercio della seta.
2) Biblioteca Storica:
Composta da libri di diversa natura ( folkloristico, letterario, narrativo ecc.), derivante dalla raccolta o dagli acquisti fatti dal conte Arrigo negli anni e donata al Comune. Essa raccoglie circa 10800 volumi, di cui 2200 considerati “unici”. Tra questi ricordiamo lo “Statuto Veronae” del 1507, unico esemplare rimasto delle regole dettate dalla “Serenissima” alla città di Verona durante il suo dominio. Come pure il “Secondo Congresso Enologico” tenutosi a Verona nel 1876, anteprima del futuro”Vinitaly”.
A tutt’oggi si trovano depositate circa 20 tesi di laurea frutto della collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, fatte con il materiale della Biblioteca Storica.
Al piano superiore vi è ospitato il “Museo Opera”
Esposizione Lirico Operistico supportata da concerti di grammofoni ultracentenari Costumi di scena in gran parte frutto della donazione della fam. di Nino Ederle «Ederle e Martini scelsero anche di cantare all’estero: memorabili le loro performance al Metropolitan di New York. Zenatello, invece, preferì non spingersi molto lontano. Ma tra loro il legame era forte come dimostrano i telegrammi che si scrivevano anche in rima e senza disdegnare il dialetto, che noi esponiamo», C’è poi un angolo dedicato alla testimonianza della passione di Gabriele D’Annunzio per Lina Cavallieri, attrice e superba cantante, per la quale si dice che il vate avesse scritto «Il piacere», senza però catturare l’interesse della bellissima soprano. Non mancano le testimonianze di Beniamino Gigli, Tito Schipa e Giuseppe Lugo. In esposizione anche splendidi grammofoni giocattolo che i bambini, solo se figli di genitori molto abbienti, potevano sperare di ottenere in dono da Santa Lucia. Poi i grammofoni per gli adulti, da salotto, e quelli grandissimi per le sale da ballo. In esposizione anche un maxi disco dal diametro di 50 centimetri e la sezione degli accessori: diagrammi, puntine e pulisci disco, per perfezionare i suoni.
Il pezzo forte è il disco originale «unico esemplare al mondo», assicura Francesco Chiantera, direttore della collezione Opera, «della registrazione della prima di Aida, interpretata da Giovanni Zenatello, nel 1913, in Arena».