Cattedrale di San Zeno
Descrizione
La cattedrale di San Zeno è il principale luogo di culto cattolico di Pistoia, sede vescovile dell'omonima diocesi. Secondo la tradizione, inizialmente la cattedrale era intitolata a San Martino, fu sotto la dominazione longobarda che fu poi intitolata a San Zeno. La cattedrale presenta una facciata in stile romanico sul modello di altre chiese presenti nella città costruite alla stessa epoca (San Bartolomeo e Sant'Andrea). Sulle due estremità della cuspide della facciata sono poste le due statue marmoree dei santi patroni, San Zeno e San Jacopo, un tempo collocate nel loggiato. L'edificio, con campanile e battistero, ha interno a tre navate con presbiterio rialzato e cripta, ed è stato costruito probabilmente nel X secolo. Nel corso del tempo ha subìto diversi rimaneggiamenti ed è stato riportato alle forme primitive da un restauro avvenuto tra il 1952 e il 1966, completato nel 1999. Nel dicembre del 1965 papa Paolo VI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. È possibile che già dal V secolo esistesse una chiesa cattedrale (di dimensioni minori) a Pistoia. Già all'epoca, infatti, la città aveva un proprio vescovo. Tuttavia non si sa ancora quale fosse la sua ubicazione, se nello stesso luogo dell'attuale o sul luogo ove ora sorge la pieve di Sant'Andrea, oppure nella zona in cui venne edificato il complesso monastico di San Pier Maggiore (Memoreto), in considerazione della consuetudine di costruire la cattedrale in prossimità del cimitero (memoretum). La prima attestazione scritta della cattedrale risale al 923, quando in un atto notarile del conte Cunerad di Teudicio venne citata una Ecclesia SS.Zenonis, Rufinis et Felicis. Nel 998 inoltre un diploma di Ottone III citò un edificio paleocristiano situato tra la via "regia" (cioè tra piazza del Duomo, via Stracceria e via degli Orafi) e la torre di guardia. Ne 1108 la chiesa fu danneggiata da un incendio e probabilmente ricostruita nei primi decenni del XII secolo. Risale al 1145 infatti la consacrazione dell'altare dedicato a san Jacopo da parte del vescovo Atto.