Villa Brandolini e il Parco
Descrizione
I Conti controllavano l'accesso alla Valmareno dal Castel del Borgo, dove risiedettero per tre secoli circa. Nei primi decenni del '700 il castello di Solighetto manifestava il segno dei tempi e risultava ormai inadeguato, così i Brandolini decisero di costruire un palazzo nel cuore dell’antica Gastaldia di Solighetto, vicino la piazza principale, dove fecero costruire in seguito anche la Chiesa Parrocchiale ed alcuni edifici circostanti. Secondo Annibale Brandolini d’Adda la villa viene innalzata, forse su proposta di Antonmaria Brandolini, qualche decennio dopo l’inizio dei lavori della parte nuova del Castello di Valmareno e quindi poco prima della metà del Settecento.
La costruzione è collocata nel cuore dell’abitato di Solighetto, in posizione dominante con vista panoramica sulle colline del Solighese, “in stile tipicamente veneto, secondo il gusto del tempo e le mutate possibilità finanziarie; essa è più raccolta, meno fastosa e più intima di quello che non sia il castello di Valmareno; vi si può notare il buon gusto raffinato del XVIII, mentre le finissime decorazioni a stucco che la ornano sono di ispirazione tipicamente veneziana e posteriori di qualche decennio alla costruzione della villa.” Con Brandolino VIII° (1758-1797), investito del feudo nel 1778, si intervenne nuovamente sulla villa. Brandolino infatti “lasciò il castello di Valmareno per andare ad abitare con la famiglia nella sua villa di Solighetto cui apportò molte migliorie: risalgono al suo tempo gli stucchi policromi che ne adornano gli ambienti”.
Alla morte di Brandolino VIII la villa continuò ad essere abitata dalla moglie Elisabetta Gambara e dai figli, che, salvo brevi periodi a Venezia, soggiornano quasi sempre a Solighetto Si può vedere dalle mappe del Catasto Napoleonico (1805) che il complesso è pressoché coincidente con l’attuale, il corpo padronale, la barchessa, un’ulteriore costruzione frontale alla barchessa e, ancora più a sud, la chiesetta di famiglia caratterizzata dalla pianta poligonale. Si susseguirono vari interventi che modificarono e ampliarono il complesso di edifici secondo le esigenze e i gusti del tempo. Allo scoppio della prima guerra mondiale il castello di Valmareno venne chiuso e la famiglia di Gerolamo si trasferì nella villa di Solighetto.
Secondo Annibale Brandolini d’Adda la villa nel 1914 venne “riattata con molto buon gusto da Gabriella Lucchesi Palli”, moglie di Gerolamo. A tale fase appartiene il camino nella sala sottostante la loggia in pietra, finemente decorato, riportante lo stemma della famiglia e l’iscrizione “G B (Gerolamo? Brandolini) 1916”.
La prima fotografia della villa (nota) risale al 1915. L’immagine, con in primo piano il giardino all’italiana con siepi e palme, tipiche del gusto dell’epoca, inquadra circa i 2/3 della villa, il garage, la barchessa ed il corpo accessorio. Nel giardino antistante la villa è presente la vasca, ma non la fontana che verrà realizzata poco dopo. La terrazza antistante la villa è conclusa da un muro con copertina in pietra. Dopo i danni prodotti dalle granate alla fine della grande guerra, durante il secondo conflitto mondiale un incendio danneggiò in modo importante la villa e gli altri fabbricati. Scomparvero tra l'altro molte suppellettili e il pregiato mobilio.
I lavori di ripristino comportarono ulteriori revisioni dell’intero complesso, prima del definitivo recente restauro, operato nel primo dopoguerra dall'artista locale Emilio Fontana.
The Villa, with its colonnade, guest house, garden and private chapel was built by counts Brandolini in 1700.
The counts controlled the access to Valmareno from Castel del Borgo (castle of thehamlet), where they settles for about three centuries. In the first decades of 1700, thecastle of Solighetto manifested the sign of the times and resulted inappropriate, so the Brandolinis decided to build a palace in the heart of the ancient Gastaldia of Solighetto, near the main square, where they wanted tobuild later the Parish Church and other surrounding buildings. According to Annibale Brandolini d’Adda, the villa was raised, maybe on the proposal of Antonmaria Brandolini, a few decades after the start of the works on the new part of the Valmareno castle and so a little before the mid-Seventeenth century. The construction is located in the heart of Solighetto’s residence area, in a dominant position with panoramic view on the hills of Soligo, “in typical Venetian style; according to the time’s taste and the changed financial possibilities, it is cozier, less sumptuous and more intimate than the castle of Valmareno; the good the villa of Solighetto. According to Annibale Brandolini d’Adda, the villa in 1914 was “restored with great taste by Gabriella Lucchesi Palli”, Gerolamo’s wife. To that phase belongs the chimney in the room underneath the stoned loggia, finely decorated, reporting the emblem of the family and the subscription “G B [Gerolamo Brandolini ] in 1916.
The first (known) photograph of the villa dates back to 1915. The image - with the Italian garden covered in hedges and palms in close-up, typical of the time’s taste – focuses on the 2/3 of the villa, garage, colonnade and the accessory body. In the near garden is present a pool, but not the fountain that would be realized shortly after that. The terrace in front of the villa is finished with a stoned wall. After the damages produced by the grenades at the end of the great war, during WWII a fire damaged significantly the villa and other constructions. Besides, a lot of furnishings and the precious furniture disappeared. The restoration works involved furtherrevisions of the entire complex, before the definitive recent restoration. The decorative restoration was carried out after WWI by local artist Emilio Fontana. Villa Brandolini is present in the catalogue “Ville Venete” (1954) by Giuseppe Mazzotti describing its characteristics, the happy position marks “… inside, beautiful colored stuccos and a big room including two floors with a large marble-of-Verona fire place. A five-hundredth style loggia, recently opened on the right of the façade”, is since 1977 property of the Municipality Administration of Pieve di Soligo. On November 11th 1978 it was entitled to Francesco Fabbri, becoming “Centre of the Culture F. Fabbri”, now “Francesco Fabbri Foundation”. The Villa is currently seat also of the music school “Toti Dal Monte”, of the Consortium Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. It has become in time the frame of an articulated exhibition program, wanted by the Municipality Administration of Pieve, in order to promote the artistic tradition, the cultural specialties and the productive vocations of the territory, dedicating a particular attention to the most interesting expressions of creativity, especially to the young and local one.
Die Grafen Brandolini kontrollierten den Zugang zum Valmareno vom Castel del Borgo aus, wo sie etwa drei Jahrhunderte lang residierten. In den ersten Jahrzehnten des 18. Jahrhunderts war das Schloss von Solighetto in einem schlechten Zustand und als Wohnsitz nicht mehr angemessen, so dass die Familie Brandolini beschloss, ein Herrenhaus im Herzen der alten Kirchenvogtei von Solighetto in der Nähe des Hauptplatzes zu bauen, wo sie auch die Pfarrkirche und im Umkreis einige andere Gebäude errichtete. Laut Annibale Brandolini d'Adda wurde die Villa, wahrscheinlich im Auftrag von Antonmaria Brandolini, einige Jahrzehnte nach Beginn der Arbeiten am neuen Teil des Schlosses von Valmareno, also gegen Mitte des achtzehnten Jahrhunderts gebaut.
Das Bauwerk befindet sich im Ortskern von Solighetto und bietet dank seiner bevorzugten Lage einen Panoramablick auf die umliegenden Soligeser Hügel. Es zeigt „einen typisch venezianischen Stil, entsprechend dem Zeitgeschmack und den veränderten finanziellen Möglichkeiten. Die Villa ist kleiner, weniger prunkvoll und intimer als das Schloss von Valmareno und lässt den guten, anspruchsvollen Geschmack des 18. Jahrhunderts spüren, während die prächtigen Stuckdekorationen, die es schmücken, von der venezianischen Tradition inspiriert sind und einige Jahrzehnte später als die Villa entstanden“. Brandolino VIII. (1758-1797), der 1778 mit dem Lehen ausgestattet wurde, ließ die Villa erneut umbauen. Brandolino „verließ nämlich das Schloss von Valmareno, um mit der Familie in seiner Villa in Solighetto zu leben, wo er viele Verbesserungen vornahm: Die mehrfarbigen Stuckarbeiten, die die Räume schmücken, stammen aus seiner Zeit“.
Nach dem Tod von Brandolino VIII. wurde die Villa weiterhin von seiner Frau Elisabetta Gambara und den Kindern bewohnt, die sich, abgesehen von kurzen Aufenthalten in Venedig, fast immer in Solighetto aufhielten. Aus den Plänen des Napoleonischen Katasters (1805) geht hervor, dass der Komplex damals fast identisch mit dem heutigen war: das Herrenhaus, das Wirtschaftsgebäude, davor ein weiterer Bau und weiter südlich die Familienkapelle mit einem vieleckigen Grundriss. Es folgten verschiedene Baumaßnahmen, die den Gebäudekomplex entsprechend den Bedürfnissen und dem Geschmack der Zeit veränderten und vergrößerten. Als der Erste Weltkrieg ausbrach, wurde das Schloss von Valmareno geschlossen, und Gerolamos Familie zog in die Villa von Solighetto.
Laut Annibale Brandolini d‘Adda wurde die Villa 1914 „mit sehr gutem Geschmack von Gabriella Lucchesi Palli“, der Frau von Gerolamo, renoviert. Aus dieser Phase stammt der Kamin im Raum unter der Steinloggia, die mit dem Familienwappen und der Inschrift „G B (Gerolamo? Brandolini) 1916“ verziert ist.
Die erste (bekannte) Fotografie der Villa stammt aus dem Jahr 1915. Das Bild mit dem für den Zeitgeschmack typischen italienischen Garten mit Hecken und Palmen im Vordergrund, umgibt etwa zwei Drittel der Villa, die Garage, das Wirtschaftsgebäude und den Anbau. Im Vorgarten der Villa befindet sich das Becken, aber noch kein Brunnen, der erst kurz danach gebaut wurde. Die Terrasse vor der Villa ist von einer Mauer mit Steinabdeckung umgeben. Nach dem Granatenbeschuss am Ende des Ersten Weltkriegs verursachte auch ein Brand während des Zweiten Weltkriegs erhebliche Schäden an der Villa und den anderen Gebäuden. Unter anderem verschwanden viele