Parrocchiale di Oppeano
Descrizione
Il complesso parrocchiale è costituito da più corpi di fabbrica, con varie stratificazioni, modifiche e cambi di destinazioni d'uso nel corso negli anni. Sono comunque identificabili tre corpi distinti, variamente legati tra loro, e distinti nell'elenco con la funzione originaria:
- chiesa parrocchiale
- oratorio
- casa canonica
La prima testimonianza della Pieve di Oppeano risale al 1145, con una citazione di un privilegio concesso da Eugenio III al vescovo di Verona Tebaldo. Dell'impianto principale resta quasi nulla, visto i ripetuti interventi, l'innalzamento di metà Settecento e la sostanziale ricostruzione avvenuta tra il 1836 ed il 1841; viceversa il campanile è quasi intatto, per lo meno nel fusto.
L’interno mostra un impianto a croce inscritta in un rettangolo che si allunga nel presbiterio; le parti angolari dell’edificio sono chiuse e ospitano ambienti di servizio. Cinque campate precedono presbiterio e successiva abside; la campata mediana è attraversata dal transetto illuminato da finestre termali. La navata si dilata tramite opposti baldacchini retti da arconi, per estendersi poi ulteriormente attraverso il più ampio transetto e ridursi infine secondo un ritmo inverso (ancora baldacchini e pareti cieche) nel raggiungere l’abside. La complessa planimetria si riflette, per finire, sull’articolazione della copertura che presenta volte a botte nei bracci della croce, e controsoffiti piani in corrispondenza dei baldacchini. La struttura perimetrale originaria, come si denota dalla parete settentrionale, è costituita di ciottoli; elevazione, prolungamento absidale ed avanzamento del fronte sono in laterizio pieno.
La copertura è tradizionale in coppi di laterizio, su tavelle e sottostruttura lignea retta da capriate. Tutto l'incannicciato è sospeso a struttura indipendente.
La facciata ottocentesca mostra l’applicazione del partito dato dalla sovrapposizione di due fronti templari con un pronao tetrastilo. Sul suo timpano, ribattuto alle estremità, si sviluppa un attico la cui cornice superiore è dotata di dentelli come quelli presenti sui montanti. Nelle nicchie poste negli intercolumni laterali stanno le statue della Vergine Addolorata e di san Giovanni Battista opera di Salesio Pegrassi, protagonista della scultura veronese del periodo.
All'interno tre altari marmorei di gusto tardo barocco (il maggiore con elaborato ciborio e statue di santi), alcune tele, il grande vaso battesimale in pietra, le decorazioni della cantoria dell'organo e delle cappelle laterali da parte di Paolo dall'Oca Bianca nel 1876, il catino absidale e le lunette dell'altare maggiore affrescate da Giuseppe Resi nel 1947.
La torre campanaria, di pianta quadrangolare, è edificata per i primi piani con elementi lapidei, con buona probabilità di recupero: gli spigoli sporgenti, la risega nel mezzo e la presenza di archetti e dentelli fanno supporre che la parte inferiore sia riferibile ai secoli XI-XII (Arslan). Il paramento murario interno è invece in ciottolo. I due ordini finali, corrispondenti alla nuova (1913-14) ed all'antica cella campanaria oggi accecata, sono in laterizio, così come la guglia conica ed i pinnacoli angolari. All'interno ed all'esterno tracce sull'intonaco dell'antico orologio da torre, già citato nelle visite del primo Settecento. Il concerto campanario è stato fuso in loco negli anni Trenta dell'Ottocento.