Museo storico musicale di Napoli
Descrizione
Il museo del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella è un museo ubicato all'interno dell'omonimo conservatorio di Napoli, accessibile tramite i chiostri, che custodisce un'importante esposizione di strumenti musicali antichi appartenuti ad illustri personalità della composizione e dell'opera.
Oltre al museo sono presenti anche una biblioteca ed un archivio storico.
l monumentale palazzo offre importanti testimonianze artistiche già a partire dal chiostro grande, raggiungibile non appena varcato l'ingresso, nel quale vi è collocata l'opera scultorea di Francesco Jerace del 1927 raffigurante Ludwig van Beethoven.
Dallo stesso chiostro, accedendo lateralmente al conservatorio, si giunge alle singole sale che lo compongono, caratterizzate da stucchi ed affreschi. Le principali sono: la Sala Bellini; la Sala Martucci (accessibile dal secondo più piccolo chiostro e nella quale vi è un affresco nel soffitto di Giuseppe Aprea raffigurante l'Allegoria della Musica e diversi ritratti fotografici nelle pareti di grandi personalità del mondo della musica); e la Sala Scarlatti.
Dallo scalone monumentale accessibile dal secondo chiostro, si giunge ai piani superiori, nei quali vi sono l'archivio storico, la biblioteca ed il museo del conservatorio, contenente una pregevole raccolta di cimeli di musicisti e compositori che hanno studiato nei precedenti istituti o in quello di san Pietro a Majella, oppure che sono passati comunque per la città. Il polo espone inoltre strumenti antichi di finissima fattura o utilizzati da illustri personalità, come i pianoforti a tavolo appartenuti a Paisiello e Cimarosa, donati da Caterina II di Russia o una dei tre unici esemplari di arpa diatonica costruita da Antonio Stradivari, nonché l'ultima giunta a noi, poi vi sono i pianoforti di Saverio Mercadante e di Sigismund Thalberg, le arpe Sébastien Érard, i violini, violoncelli e viole della storica famiglia napoletana dei Gagliano, un clavicembalo del 1636 di Andreas Ruckers, insieme ad una pregevolissima collezione di strumenti a fiato dell'Ottocento napoletano.
Completano le collezioni i ritratti di musicisti celebri, tra cui spiccano il Gioachino Rossini di Domenico Morelli, il Richard Wagner di Francesco Saverio Altamura e il Saverio Mercadante di Filippo Palizzi ed altri ancora. Arredano i corridoi anche numerosi busti di illustri musicisti e compositori eseguiti da Francesco Jerace, Tommaso Solari e Tito Angelini. Infine, vi è poi il calco in gesso della mano di Giuseppe Verdi, la porta decorata della camera di Francesco Florimo e Bellini e persino le bretelle di quest'ultimo.La raccolta di strumenti in questione, costituisce la più numerosa e forse la più importante in Europa.
Il nucleo di testi presenti in biblioteca deriva anche dai quattro precedenti conservatori della città ed il suo arricchimento è dovuto anche grazie al re Ferdinando IV di Borbone, il quale, obbligò agli impresari dei teatri della capitale del regno di dare all'istituto di san Pietro a Majella una copia di ogni spartito di opera o commedia che sarebbe poi andata in scena. Inoltre, tale obbligo si estendeva anche agli spartiti di tutte le opere passate andate in scena al real teatro di San Carlo.
La biblioteca si sviluppa su due piani ed è caratterizzata da diverse tanze che si succedono tra loro. Queste prendono i nomi degli illustri allievi che sono legati al conservatorio: "sala Piccinni", "sala Jommelli", "sala Pergolesi", "sala Paisiello" eccetera.
Fonte: Wikipedia