Duomo di San Giorgio
Descrizione
Il duomo di San Giorgio è la chiesa madre della città di Modica, nel Libero consorzio comunale di Ragusa, ed è inserito nella Lista Mondiale dei Beni dell'Umanità dell'UNESCO.
Esso viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco siciliano, di cui rappresenta l'architettura più scenografica e monumentale. Lo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco ha dichiarato che tale Chiesa «forse andrebbe inserita tra le sette meraviglie del mondo barocco».
L'edificio è il risultato finale della ricostruzione sei/settecentesca, avvenuta in seguito ai disastrosi terremoti che colpirono Modica nel 1542, nel 1613 e nel 1693 (il più grave, vedi Terremoto del Val di Noto); lievi danni apportarono i sismi nell'area iblea succedutisi nel corso del Settecento e nel 1848.
L'imponente facciata a torre, che si eleva per un'altezza complessiva di 62 metri, fu costruita a partire dal 1702 e completata, nel coronamento finale e con l'apposizione della croce in ferro sulla guglia, nel 1842
.La facciata attuale - dalle sorprendenti analogie con la coeva Katholische Hofkirche di Dresda - fu realizzata modificando, forse anche con parziali demolizioni, quella secentesca preesistente, di cui non abbiamo documenti o disegni ma che aveva resistito alla forza del terremoto. Peraltro mai furono sospese le attività liturgiche nel Duomo, salvo qualche mese dopo il tremendo terremoto del 1693 che ne aveva fatto crollare i tetti, ripristinati i quali già nel 1696, alla visita pastorale del vescovo di Siracusa, la chiesa era nel pieno esercizio delle sue funzioni.
La cupola s'innalza per 36 metri. Una scenografica scalinata di 164 gradini, disegnata per la parte sopra strada dal gesuita Francesco Di Marco nel 1814 e completata nel 1818, conduce ai cinque portali del tempio, che fanno da preludio alle cinque navate interne della chiesa, che ha pianta basilicale a croce latina e tre absidi dopo il transetto. La parte della scalinata sotto il Corso San Giorgio fu progettata nel 1874 dall'architetto Alessandro Cappellani Judica e completata nel 1880. La prospettiva frontale di tutto l'insieme è arricchita da un giardino pensile su più livelli, detto Orto del Piombo, costeggiato dalla scalinata monumentale, e compone una scenografia che ricorda Trinità dei Monti in Roma.
L'interno della chiesa è a cinque navate, con 22 colonne sormontate da capitelli corinzi. Il tempio è dedicato ai martiri San Giorgio e Ippolito, e fra le navate vi si possono ammirare un grandioso organo con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne, perfettamente funzionante, costruito tra il 1885 e il 1888 dal bergamasco Casimiro Allieri; un dipinto di scuola toscana, L'Assunta, del tardo-manierista fiorentino Filippo Paladini (1610); una deliziosa pittura naif su legno, La Natività del pittore milanese Carlo Cane (1615-1688), della seconda metà del Seicento; la tela secentesca(1671) Il Martirio di Sant'Ippolito, firmata dal poco noto Cicalesius, una statua marmorea di scuola gaginiana, la Madonna della Neve, della bottega palermitana dei carraresi Bartolomeo Berrettaro e Giuliano Mancino, del 1511[13]. Sull'altare in fondo ad una delle due navate di destra, poggia l'Arca Santa, chiamata Santa Cassa, opera in argento intarsiato costruita a Venezia nel XIV secolo, e donata alla Chiesa dai conti - mecenati della dinastia dei Chiaramonte.
FONTE: Wikipedia