Altopiano di Pian dei Buoi
Descrizione
Dall’abitato di Lozzo di Cadore, salendo in direzione di Sorasale e Le Spesse per raggiungere ‘la monte’, ci si trova a percorre la Strada del Genio, etichettata con questo nome dalla gente del posto perché fu costruita dal Genio Militare con l’intento di raggiungere Pian dei Buoi, militarmente occupato e destinato a posizione di sorveglianza e difesa della valle del Piave. E’ una strada di 18 km che resta una delle tracce qui più evidenti del periodo bellico. Il manufatto risale della prima guerra mondiale e percorre i fronti montani con un susseguirsi di tornanti e muri a secco.
Percorsa la Strada del Genio nella sua interezza si giunge ad un pianoro che con gradevoli saliscendi si affacciata come una terrazza naturale sulle Marmarole. E’ questo l’altopiano di Pian dei Buoi.
Sul suo territorio sono disseminati qua e la ricordi della Grande Guerra, ma anche del lavoro e dell’alpeggio che in passato costituiva la principale fonte di sostentamento per la popolazione, con le casere ed i casoni tutt’ora esistenti.
Un insieme sintomatico della vita dei nostri avi, una riserva naturale della flora e della fauna caratteristiche di queste terre, apprezzabili ancor più data la natura selvatica dei luoghi in cui vi è segno dell’operato dell’uomo.
Arrivati a Pian dei Buoi è inoltre possibile imbattersi in una delle quattro casere ancora esistenti, nella Caserma Soracrepa che accoglie in visitatore all’arrivo sull’altopiano, nel rifugio Ciareido e nelle fortificazioni di Col Vidal. Tre piani di cunicoli e allestimenti della Prima Guerra Mondiale, collegati da sentieri sotterranei e percorsi militari di avvistamento che ora offrono uno splendido panorama sulla valle del Piave e dell’Ansiei e sulle vette dolomitiche circostanti: l’Antelao, le Tre Cime di Lavaredo e tutto il gruppo delle Marmarole.
A vigilare come un’aquila che dall’alto domina l’altopiano è il rifugio Ciareido. Il manufatto venne costruito nel 1890 come ricovero nel periodo della guerra, appollaiato su di un picco ai piedi del Monte Ciarìdo. Venne poi convertito alla destinazione turistica di rifugio nel 1973.
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