Scalinate Avon e Cimitero di Muda Maè
Descrizione
Dopo il disastro del Vajont si stabilisce con una legge di Stato, l’obbligo di un piano preliminare per la ricostruzione di Longarone, affidando l’incarico all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nella persona dell’Architetto Samonà. Parteciparono poi alle varie progettazioni, numerosi altri professionisti tra cui Valeriano Pastor (le case di via Alessandro Manzoni), Costantino Dardi (la scuola elementare), Avon e Tentori (il sistema dei collegamenti e degli spazi pubblici) del gruppo Zanuso, Avon,Tentori (il cimitero) e Giovanni Michelucci (la Chiesa) e per i diversi piani lavorano sotto la guida di Giuseppe Samonà, C. Dardi, V. Pastor, G. Polesello, E. Mattioni, L. Semerani e M. Tessari.
Si rivela attraverso i disegni, non solo l'abilità di un generazione di architetti, ma la passione e l'impegno civile profusi nell'affrontare un tema difficile e travagliato, come quello della ricostruzione.
Il nuovo cimitero di Longarone sorge in una zona pianeggiante all’imbocco della Val Zoldana, sulla destra del torrente Maè. Progettato nel 1966 dagli architetti Avon, Tentori e Zanuso, il cimitero di Muda Maè appartiene alle opere di carattere collettivo che vennero realizzate all'indomani del disastro del Vajont. Ubicato in un'area di valore paesaggistico, dominata sullo sfondo dalla valle della diga, il nuovo camposanto di Longarone si connota per l'elevata qualità architettonica. L'opera, che rimanda alla tradizione funeraria di tipo ipogeo, si articola in una serie di volumi appena emergenti dal terreno, distribuiti lungo un percorso che si svolge in trincea. Gli spazi e i camminamenti sono delimitati da murature in pietrame a vista dalla tessitura irregolare, che testimoniano l'alto magistero esecutivo proprio delle maestranze locali. Lo stesso muro in cinta ricorda più le strutture confinarie dei poderi di montagna che il limite fisico di un sito cimiteriale.