Palazzo Mazzolà e i Murazzi
Descrizione
Il 1700 è il secolo più importante per la crescita di Longarone, vennero difatti costruiti i più bei palazzi per le famiglie notabili dei Mazzolà, Sartori, Costantini, innalzati i Murazzi ed eretta la Chiesa.
Il Palazzo Mazzolà, attuale sede municipale di Longarone, porta il nome della famiglia veneziana che lo costruì alla fine della prima metà del secolo XVIII.
Il dignitoso ed elegante palazzo, come fu scritto nei testi storici, sembra sia stato iniziato nel 1736; già nel 1741 la famiglia Mazzolà vi abitava, mentre si ritiene che la data riportata nel pavimento del piano rialzato “ 1747” sia quella di ultimazione definitiva dell’edificio. Nel 1814, il Comune acquistava una parte dell’edificio, nel 1849 un’altra parte dello stesso passò al “Comune di Longarone per le frazioni di Longarone e Pirago”. Il palazzo Mazzolà ora si presenta come l’unico edificio di pregio storico-artistico rimasto, dopo la catastrofe del Vajont, in tutto il comune di Longarone.
Esso si impone come unica ed interessante costruzione del settecento, il cui stile e ogni particolare costruttivo richiama le ville padronali dell’epoca, costruite sotto il dominio veneziano.
Una grande scalea su pianta rettangolare a tre rampe ed a otto pedate in pietra rossa di Castellavazzo ,porta all’ingresso principale del piano rialzato; l’ingresso dà su di un ampio salone, con pavimento di battuto alla veneziana.
Le pareti ed il soffitto sono decorate con superfici al marmorino di diversa tinta e disegno, la luce arriva da quattro finestre a timpano arcuato mentre alla parte opposta dell’ingresso un portone di identiche dimensioni dà accesso al giardino terrazzato verso la montagna. Ai lati del salone, dispone simmetricamente quattro porte incorniciate in pietra lavorata e con trabeazione danno accesso a cinque stanze con stucchi e decorazioni colorati su pareti e soffitti.
La scala composta da gradini massicci in pietra lavorati a toro e bocciardati, continua con altre due rampe che conducono al piano secondo; ogni pianerottolo è pavimentato con terrazzo alla veneziana a motivi geometrici differenti. Il salone al piano primo, è indubbiamente il locale più prestigioso ed elegante dell’edificio, per le pareti completamente decorate a stucchi, che anticamente facevano cornice a grandi quadri dipinti; il soffitto è realizzato con travi a vista e incorniciato con una mensola perimetrale in gesso, alle pareti volte verso l’esterno, le tre ampie finestre a est danno accesso al balcone aggettante in pietra mentre a ovest le analoghe tre aperture danno accesso a tre balconcini di solo affaccio con balaustra in pietra e parapetto in pilastrini.
I Murazzi, scenografici terrazzamenti, del 1600, furono completati dalla famiglia Sartori tra il XVIII e XIX secolo. Si presentano come una serie di gradoni; sono composti da cinque ripiani sostenuti da muri a secco di notevole spessore a grandi blocchi di pietra perfettamente squadrata; hanno un’altezza di 10/12 metri e una lunghezza di 100 metri. Sul lato ad est una cancellata in ferro battuto immette a un corridoio che distribuisce a scale laterali, consentendo l’accesso al piano sovrastante. Due rampe contrapposte addossate alla parete conducono al terzo livello, connesso, attraverso una gradinata laterale, al terrazzo che ospita l’antica casa Nobis Fagherazzi, oggi parte della Scuola Materna voluta dall’armatore Lauro all’indomani del Disastro del Vajont.