Diga del Vajont - Vista da Longarone
Descrizione
La diga del Vajont sorge nella forra scavata dal torrente Vajont, affluente del fiume Piave, nel comune di Erto e Casso, confinante con Longarone. Nasce come “deposito” d’acqua necessario per regolarizzare i deflussi, dove far convogliare le acque provenienti dal lago artificiale di Pieve di Cadore.
La diga si sviluppa su un primo progetto dell’ing. Carlo Semenza, direttore del Servizio costruzioni idrauliche della SADE (Società Adriatica di Elettricità); il progetto, del 1940, prevede una diga alta circa 200 metri per un bacino di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua. Questo progetto ottiene l’autorizzazione da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nell’ottobre 1943, ma viene ben presto sostituito da un secondo progetto molto più ardito: quello del “Grande Vajont”. Rispetto al precedente disegno si registra “solo” un innalzamento dello sbarramento di circa 60 metri, ma in tal modo il bacino raggiunge una capacità utile d’invaso di 150 milioni di metri cubi d’acqua.
Agli inizi del 1957 iniziano gli scavi per le fondazioni e le spalle della diga, che terminano nell’agosto 1958, quando iniziano i getti di calcestruzzo. I lavori di costruzione dello sbarramento terminano nel settembre 1960: alla ciclopica opera lavorano 400 operai, di cui 250 per l’elevazione dello sbarramento, impiegando 360 mila metri cubi di calcestruzzo.
L’impresa costruttrice della diga è la Torno s.p.a. di Milano, ma sul cantiere la maggioranza degli operai sono maestranze locali.
La quota definitiva della diga è di 722.50 metri s.l.m., livello di massimo invaso e soglia tracimabile. La sua altezza tocca i 261.60 metri, che l’hanno fatta diventare, all’epoca della costruzione, la diga a doppio arco più alta del mondo.
L’impianto del “Grande Vajont” non entra mai ufficialmente in funzione. Alla data della tragedia sono ancora in corso le prove tecniche per il collaudo.
A più di cinquant’anni dall’evento catastrofico, la diga rimane l’emblema indiscusso della tragedia: la sua resistenza all’impatto dell’onda ne fa un monumento all’ingegno e all’irresponsabilità dell’uomo. Dietro alla sua imponente mole si staglia la grande frana che scivolò nell’invaso il 9 ottobre 1963; 260 milioni di metri cubi di materiale che tuttora coprono metà dell’originario bacino artificiale.
A testimoniare ulteriormente la gravità dei fatti accaduti, il Parlamento italiano con la legge 14 giugno 2011 n.101, ha istituito il 9 ottobre, quale Giornata Nazionale in memoria delle Vittime dei disastri ambientali e industriali, con lo scopo di promuovere attività di informazione e sviluppare una maggiore consapevolezza dei rischi connessi ad interventi che alterano gli equilibri del territorio.
Inoltre nel 2008 l’ONU ha inserito il disastro del Vajont, tra i 5 peggiori disastri ambientali, provocati dall’uomo nella sua storia.
La diga si trova a 6 km. da Longarone in direzione Erto (PN), percorrendo la S.P. 251; il coronamento è visitabile accompagnati da una guida.