Chiesa di San Quirico e Giuditta
Descrizione
Giungendo in paese, l’occhio viene immediatamente catturato dalla presenza dell’antica Pieve di Lavazzo, così chiamata per secoli, la più antica della vallata, imperante sull’abitato ed adagiata su di uno sperone roccioso strapiombante sul Piave.
L’edificio religioso, dedicato ai SS. Quirico e Giuditta, risale al 1165, sorge su l’insediamento precedente del Castello dei Lebazi, un avamposto romano al confine con il Norico; l'attuale struttura, dotata di 3 navate e caratterizzata da un’impostazione architettonica rigorosa, viene fatta risalire al 1524, in funzione dell’iscrizione posta sul portale di ingresso, sotto la lunetta. Sulla facciata si può ammirare anche l’affresco dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria.
Particolarmente importante il campanile della chiesa, forse torre del 'Castrum Laebatium'. A ciò lascerebbe pensare la pianta della costruzione stessa, le aperture a mo' di feritoie, il materiale impiegato e la stessa tecnica costruttiva.
L’interno della Chiesa arcipretale è di stile romanico: attorno all’altar maggiore, nel presbiterio, ci sono dossali in legno di scuola veneta molto eleganti (secolo XVIII), e le due imponenti colonne di pietra di Castellavazzo danno un aspetto austero alla chiesa di questo paese, che aveva parecchie cave di pietra bianca e rossa.
La Pala dell’altare, restaurata a Venezia nel 1991 dai coniugi Paolo Chinellato e Marina Nahabed, seguendo le direttive della Sovrintendenza dei beni artistici, è di Egidio Dall’Olio, della scuola di G.B. Piazzetta. Ricorda il martirio della giovane martire Santa Giuditta e del suo bambino San Quirico, gettato sui gradini dal giudice Alessandro, ad Antiochia, dove infieriva la persecuzione contro i cristiani, ai tempi di Diocleziano.
La Madonna incoronata da due angeli (secolo XVII) è posta sulla parete settentrionale della chiesa. Non si conosce l’autore della tela che è stata restaurata da poco dagli esperti Paolo Chinellato e Marina Nahabed.
E’ il 1547 quando per la prima volta , secondo testimonianze d’archivio, il vicario episcopale visita la Pieve e ne lascia testimonianza scritta. La visita viene compiuta presso la “Plebe Sanctorum Quiriti jet Julitae de Castello, vulgariter la Pieve di Lavazzo”. Il territorio della Pieve era suddiviso in dodici Ville. Alla destra del Piave : Castello, Olantreghe, Podenzoi, Longarone, Pirago, Igne, Fortogna mentre alla sinistra : Soverzene, Provagna, Dogna, Codissago e Casso.