Nella classica cornice dolomitica di vette, rocce e pareti, il Col di Lana è una semplice gobba erbosa che passa spesso inosservata al cospetto dei ben più famosi massicci che la circondano. Ad accrescerne la fama ci ha pensato la Grande Guerra, che proprio su questi pendii ha visto svolgersi alcune delle sue pagine più tragiche e sanguinose come la tristemente nota “guerra delle mine”.
L’itinerario inizia dal Sacrario di Pian dei Salesei, dove furono ricomposti quasi diecimila soldati periti nella “Regione Lana”, il settore centrale del fronte dolomitico: si sale subito ad Andraz, continuando poi con pendenze decisamente elevate verso Cernadoi e Franza e scollinando ad Agai.
Dopo l’abitato di Palla si torna a salire, ora sul segnavia 21b: la mulattiera, di chiare origini militari, serpeggia con pendenze costanti e mai impegnative sul versante meridionale del Col di Lana fino ai piedi del Cappello di Napoleone, innestandosi poi sul “Teriol Ladin”, il sentiero che effettua il periplo completo del Col di Lana mantenendosi a una quota piuttosto costante e che, almeno nel tratto più a sud, è in gran parte ciclabile.
Superata la prima erta non pedalabile, infatti, il sentiero diventa un bellissimo trail in leggera ma costante salita che attraversa i pendii erbosi portandosi fino ai piedi del Monte Sief in un susseguirsi di cippi e residuati bellici a ricordo delle vicende qui svoltesi.
In realtà, nonostante i tratti particolarmente tecnici siano rari, il Teriol Ladin presenta alcune brevi rampe che andranno necessariamente percorse a piedi e diversi passaggi esposti che richiederanno attenzione ed equilibrio: solo i più abili riusciranno a percorrerne buona parte in sella, mentre ai meno esperti non resterà che una piacevole e poco faticosa camminata. In compenso il panorama che si può ammirare è eccezionale con Marmolada, Sella e Civetta che accompagnano lungo tutta la percorrenza del sentiero fino a quota 2250m., dove inizia la divertentissima picchiata sul single track del Col de La Roda.
Innestatasi su una mulattiera più ampia, la discesa prosegue alternando asfalto, sterrati e sentieri fino a Pieve di Livinallongo, concludendosi poi su strade secondarie fino al Pian dei Salesei.
Fonte: Themtbbiker.com