Villa Polettini
Descrizione
Nel territorio comunale l'edificio di maggior pregio e di sicuro interesse è l'attuale sede municipale, un tempo residenza privata dal nome Villa Polettini. L’edificio, il cui nucleo originale risale al ‘400, apparteneva alla famiglia Tedeschi e già nel 1600 era la dimora di rappresentanza di questa nobile famiglia che proprio ad Isola Rizza aveva estesi possedimenti. La villa è affiancata sulle due ali, da altri due corpi di fabbrica ma quello che a noi interessa è l’interno della nobile dimora tripartito con il salone centrale e le quattro stanze che si aprono lateralmente. La facciata ha un bel portale sopra il quale si trova un artistico balconcino copri porta. La villa è completata con una lavorazione merlata forse più tarda del corpo di fabbrica originario. Anche la disposizione interna richiama il classico palazzo quattrocentesco con il corpo centrale, la sovrapposizione di atrio e salone e la distribuzione simmetrica dei vani minori ai lati. A riprova di questo vi è la presenza nella gran parte dei locali, di affreschi databili al primo '500. Di certo è che il suo ampliamento nelle ali e nelle barchesse ad esse ortogonali, è successivo e può ricondursi a periodi che vanno dal XVIII secolo fino a tutto il 1800. Nel 1899 l'edificio ed il terreno vengono acquistati dal Comune di Isola Rizza che ne diventa proprietario.
Al suo interno quasi tutte le stanze risultano affrescate con decorazioni, festoni e motivi floreali di grande effetto. Ed è questo l'aspetto più interessante dell'intero complesso. Grazie ad alcuni interventi di restauro, si è scoperto che esistono vari strati dipinti sovrapposti nelle pareti della villa, databili lungo un arco temporale di almeno quattro secoli dei quali, nella quasi totalità dei vani della parte centrale, sono conservate delle decorazioni a fresco, a festoni e motivi floreali, che sono state realizzate in due distinti momenti nell'arco del Cinquecento. Una seconda importante fase per la realizzazione di affreschi nella villa è il Settecento, epoca alla quale sono riconducibili le decorazioni del salone al piano nobile; si tratta di quadrature architettoniche con motivi decorativi. In occasione di alcune modifiche ottocentesche, dell'apparato decorativo, i solai lignei sono stati coperti da controsoffitti a incannucciato intonacato, dipinti con geometrie a cassettoni e con finte volte a grottesche.
Nei primi anni dell’Ottocento sono stati inoltre realizzati ulteriori affreschi a tema architettonico classicheggiante: trabeazioni sostenute da esili colonne che inquadrano nelle campate finte statue con figure umane e quadri con paesaggi. Per entrare nel dettaglio, a piano terra nel corridoio esistono ben tre strati di decorazione murale il più antico con caratteri quattrocenteschi, un altro settecentesco ed uno ottocentesco assai modesto rispetto agli altri due. Nella parte centrale della sala del consiglio, si trova un'artistica scala che permette di accedere al piano superiore. Anch'essa riporta tracce di antica decorazione e ci conduce verso un corridoio che accanto a decorazioni settecentesche, ha nella parte sottostante un impianto decorativo ad affresco di tipo quattrocentesco. Sulla parte di fondo troneggia la scena, opera del Favretto, “La finta malata”. Anche le altre stanze, utilizzate per i vari servizi comunali, sono affrescate e queste ricordano la più antica decorazione dell'edificio con disegni e finta tappezzeria.