Chiesa di Sant'Ignazio
Descrizione
Le prime informazioni relative alla costruzione della chiesa risalgono al settembre 1654: già da diversi anni i gesuiti erano partiti raccogliendo fondi e donazioni, tra cui quella dell'imperatore Ferdinando, che aveva fortemente caldeggiato una presenza gesuitica nelle regioni più toccate dal proselitismo luterano. Comunque, dopo appena un anno di lavori, nel Natale 1655 i muri edificati crollarono sotto le scroscianti piogge abbattutesi per tutto l'autunno. La responsabilità venne addossata all'impresario, il cui nome non è riportato nei documenti, e questi dovette a proprie spese provvedere alla ricostruzione. In seguito, l'impresario fu cambiato: nel 1656 da Fiume giunse Bartolomeo Winterleiter. Nel 1664 fu ultimato il presbiterio. La parte muraria fu conclusa nel 1680. Il giorno di Sant'Ignazio di quell'anno (31 luglio 1680) il vescovo di Trieste Giacomo Ferdinando Gorizzutti celebrò dall'altar maggiore una messa solenne.
Dal 20 luglio 1682 al 14 febbraio 1683 la chiesa rimase chiusa a causa di un'epidemia di peste bubbonica, le cui devastazioni descrisse efficacemente il padre gesuita Giovanni Maria Marussig nel suo Diario della peste a Goritia. Rimanevano da terminare la facciata, che fu progettata da Cristoph Tausch e conclusa nel 1722, poi fu la volta dei campanili nel 1724, e gli affreschi furono conclusi nel 1727. La chiesa fu consacrata nel 1767 da Carlo Michele d’Attems, quando Gorizia era già da ormai 15 anni sede arcivescovile e lui Arcivescovo. Sant'Ignazio non subì molte successive modifiche: se si eccettua il trauma della guerra, dai cui danni la chiesa fu relativamente risparmiata rispetto alla sorte toccata ad altri edifici. Cambiò molto il contesto: la piazza, soprattutto nel corso del Novecento, ha subito diversi interventi urbanistici quantomeno discutibili, tra cui la demolozione del Collegio gesuitico negli anni venti per lasciare posto al già citato palazzo dell'INPS degli anni cinquanta, lo sventramento dell'antico tessuto urbano per creare via Roma negli anni trenta, la costruzione della galleria Bombi che ha radicalmente cambiato il prospetto della piazza, e infine il progressivo degrado a parcheggio della stessa. Un recentissimo intervento di restauro ha restituito alla piazza parte dell'originario splendore.