Castello di Rivalta
Descrizione
Il Castello di Rivalta, o “Ripa Alta”, sorge all’imbocco della Val Trebbia. Lo si scorge alla destra della SS45, paradiso dei motociclisti, quando prima di Rivergaro inizia a salire verso Bobbio e il Penice per poi tuffarsi verso Genova e il mare. La rocca medievale, con il suo massiccio dongione quadrato, domina l'ampio greto del Trebbia.
Trasformato dai Landi nella seconda metà del XV secolo in una residenza fastosa, l'edificio fa perno sull'elegante cortile loggiato decorato dall'architetto Antonio da Lugano e dal maestro Antonio da Pavia con fregi in cotto, capitelli e medaglioni. Tra gli interventi settecenteschi si segnalano la facciata a timpano e lo scalone che dal cortile porta al piano nobile.
IN VISITA
Il maniero è ricco di storia e prezioso per il buon grado di conservazione.
All'interno, un percorso museale si svolge attraverso vaste sale ornate di affreschi ed arredate con mobili dal XVI al XIX secolo e dipinti seicenteschi. Notevole è il salone d'onore quattrocentesco, lungo venticinque metri con camino monumentale, soffitto a cassettoni e alcune armature complete. Vi spiccano tre bandiere con gli stemmi degli Scotti di Sarmato, che sventolarono sui pennoni delle navi cristiane partecipanti alla battaglia di Lepanto del 1571 culminata con la sconfitta dei Saraceni da parte degli Europei.
Nella sala delle armi, oltre ad importanti cimeli della battaglia di Lepanto si conserva una raccolta di spade, di sciabole (del XVIII e XIX secolo), di fucili e di uniformi dell'Ottocento.
La luminosa camera verde, la caratteristica camera del falcone con letto a baldacchino, la sala da pranzo, la galleria e la sala da gioco, riccamente affrescate, la grande cucina, arredata con pezzi originali, i sotterranei, una volta adibiti a scuderie, e le segrete.
Tra i materiali del castello-museo figura anche un nucleo costituito da amuleti, ornamenti ed armi del Mato Grosso. Si possono ammirare le esotiche e rare testimonianze antropologiche raccolte dall'esploratore Ermanno Stradelli alla fine del secolo scorso in Amazzonia.
LEGGENDE
Pietro Zanardi Landi
Secondo il racconto, Obizzo Landi – feudatario di Rivalta nel XIV secolo – e la moglie Bianchina ebbero tre figli. Il più giovane perde la vita in un’imboscata, perciò il Castello passa alle sorelle ed ai rispettivi mariti, Pietro Zanardi Landi e Galvano Landi.
Questi si contendono a lungo l’eredità, finché non ne divenne proprietario Galvano III Landi, dopo l’assassinio di Pietro Zanardi Landi. Secondo la credenza, al fine di vendicarsi, lo spirito di Pietro avrebbe vagato nel Castello fino al 1890, anno di passaggio dei beni ai discendenti della vittima innocente.
Il fantasma sarebbe ritornato nel 1970, quando presso gli Zanardi Landi è ospite un ignaro discendente dell’antico assassino, che viene tormentato per tutta la notte.
Il cuoco Giuseppe
Più recente l’altra presenza inspiegabile. Si tratta del cuoco Giuseppe, ucciso nel Settecento dal maggiordomo di cui aveva insidiato la moglie. Si manifesterebbe accendendo e spegnendo interruttori.
Negli anni Ottanta, durante una notte in cui era al Castello la principessa Margaret d’Inghilterra, Giuseppe si sarebbe divertito per oltre dieci minuti a mettere in funzione elettrodomestici e altre apparecchiature, spostando quadri e oggetti vari. Il fantasma è stato studiato anche dall’equipe di Alessandro Cecchi Paone per le sue manifestazioni, più scherzose che terrificanti.
Fonte: castellodirivalta.it