Villa Medicea del Poggio Imperiale
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Lun 10.00 - 17.00 Mar 10.00 - 17.00 Mer Chiuso Gio 10.00 - 17.00 Ven 10.00 - 17.00 Sab Chiuso Dom Chiuso
Descrizione
La Villa Medicea del Poggio Imperiale si trova sul colle di Arcetri, sul sistema del Viale dei Colli a Firenze. Originariamente era una villa medicea chiamata di Poggio Baroncelli, anche se oggi è la villa medicea dall'aspetto meno rinascimentale, legata soprattutto al periodo barocco (per molte decorazioni interne) e neoclassico.
L'unica parte antica rimasta della villa di Poggio Baroncelli è il cortile quadrato che si incontra subito dopo l'ingresso, nucleo originario della primitiva villa. Attorno alle luminose aperture ad arco, chiuse da vetrate, si estendono quattro corridoi decorati da busti antichi inseriti in cornici, nicchie e volute di epoca settecentesca. Questa significativa collezione di sculture fu portata a Firenze da Vittoria della Rovere, ultima erede dei duchi d'Urbino.
Al piano terra spicca l'appartamento dei granduchi, affrescato da Matteo Rosselli nelle lunette e nelle volte, e completato da grottesche e altre raffigurazioni nei secoli successivi. Seguono alcune sale neoclassiche e l'appartamento di Pietro Leopoldo, con affreschi, tra gli altri, di Traballassi. Il grande salone del refettorio, con affreschi di Francesco Corallo, venne commissionato da Vittoria Colonna come sala dell'Udienza, e realizzato tra il 1681 e il 1682.
Al primo piano l'ambiente più importante è lo scenografico salone delle Feste, edificato tra il 1776 e il 1783 e decorato da stucchi in prevalenza di colore bianco.
Nell'adiacente quartiere cinese si trovano le quattro stanze decorate verso il 1775 con carte cinesi dipinte a mano, realizzate in rotoli nei laboratori di Canton specializzati in produzione per le esportazioni, allora molto fiorenti per la moda delle cineserie in Europa. Nei raffinati dipinti è rappresentato un mondo idealizzato e fiabesco, con fiori, uccelli esotici, scene quotidiane spesso mutuate dalla letteratura. Una quinta sala era originariamente rivestita da 88 quadretti con scene quotidiane e attività lavorative cinesi: provenienti forse da una serie in album, si trovavano in villa almeno dal 1784 e furono successivamente rimossi; oggi ne sono esposti una ventina in cornici dorate ed è in corso il loro restauro nella prospettiva di una risistemazione secondo la disposizione originaria.
Nel 1820, dunque in pieno clima Restaurazione con Ferdinando III di Toscana, l'architetto Giuseppe Cacialli conclude i lavori per la cappella che pochi anni prima aveva commissionato Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone. Sulla facciata esterna,entro un loggiato che ospita due nicchie, appaiono le grandi sculture di Aronne e Mosé , rispettivamente scolpite da Gaetano Grazzini e Francesco Pozzi.
Dal vestibolo ovale che ospita una tela di Antonio Ciseri sull'altare (Annunciazione) e un rilievo con l'Adorazione dei pastori di bottega toscana, si entra così nell'elegante ambiente di gusto neoclassico. Composto da tre navate, è scandito da 12 colonne di finto marmo, a scagliola, in stile corinzio. Sulla volta del soffitto è la grande tempera con Assunzione della Vergine di Francesco Nenci (1823). Un fregio continuo, della bottega del cacialli, di stucco corre per le pareti con scene bibliche. Nelle sei nicchie delle pareti compaiono le statue allegoriche della Fede (Ferdinando Fontana), della Carità (Luigi Magi – copia di un originale di Lorenzo Bartolini trasportato nella Galleria Palatina nel 1853), dell'Umiltà(Francesco Carradori), della Fortezza e della Purità (Stefano Ricci), della Speranza (Giovanni Guerrini).
Fonte: Wikipedia