Villa Vendramin - Municipio
Descrizione
Villa Morosini Vendramin Calergi (Municipio), costruita nel 1706 su decisione di Zuan Francesco Morosini della Sbarra (1658-1739), già ambasciatore della Serenissima Repubblica presso la Santa Sede a Roma e a Vienna e Riformatore dello Studio patavino, in occasione dell'ingrandimento della propria tenuta e del patrimonio familiare. Il progetto fu affidato all'architetto veneziano Andrea Tirali (Venezia 1667-Monselice 1737), che iniziò i lavori nell'anno 1706. Nel 1757 il matrimonio tra Bianca Morosini, nipote del fondatore, e il conte Francesco Vendramin Calergi fece acquisire la costruzione, ampliata nel 1768, a quest'ultima famiglia, che ne rimarrà proprietaria sino al 1895. Divenuta di proprietà del comune di Noventa Padovana, la costruzione, abbandonata e in rovina, fu venduta all'asta ai fratelli Emidio e Valentino Pavanelli di Fiesso il 31 maggio 1917. Adibita dai proprietari a granaio e all'allevamento del baco da seta, fu dichiarata edificio di interesse storico ed artistico dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1923. Acquistata dal comune di Fiesso, amministrato dal podestà Paolo Tosetti, per farne la sede municipale il 25 gennaio 1933, la costruzione fu adibita agli usi più svariati ed impropri fino al 1961, anno in cui iniziarono i lavori di restauro che si conclusero con il trasferimento del municipio dalla vecchia sede di via Verdi (palazzo Delaiti) il 6 ottobre 1966. La costruzione, resa originale dalla mancanza di pronao, ha la forma di cubo sormontato da un alto lucernario ottagonale. Disposta su tre piani, ha quattro facciate identiche che possono essere guardate indifferentemente da ogni lato. Ogni facciata ha un avancorpo a tre finestre e termina con un timpano, sovrastato dal tiburio centrale ottagonale che chiude tutto l'edificio. Le tre aperture centrali del piano nobile cui corrispondono tre finestre balaustrate al piano superiore dimostrano la lezione longheniana. Una scala a doppia rampa curva a forcipe, scenografica e funzionale allo stesso tempo, porta al piano nobile, situato su un alto zoccolo. La villa, dotata di 37 vani, è una delle poche del Veneto a pianta centrale e a croce greca. Nel salone ottagonale centrale, quattro affreschi monocromi illustrati da eleganti cartigli sottostanti, risalenti attorno al 1727, adornano le pareti, opera del pittore polesano Mattia Bortoloni (1696-1750). Raffigurano “Episodi della vita di Alessandro Magno”. Sopra la balconata pensile in ferro battuto che gira tutt'intorno, altre decorazioni, raffiguranti vedute prospettiche di città ingentilite da statue, sono attribuite al pittore- architetto Antonio Visentini (1688-1782). Al piano terra interessante la sala dedicata al pittore e scultore locale Gino Colognesi (1899-1972), contenente le numerose opere donate nel tempo dall'artista al Comune di Fiesso e qui raccolte nel 1999 dal cav. Carlo Mario Prando di Pincara. Dello stesso Colognesi è visibile infine, attiguo a quest'ultima sala, il Sacrario ai Caduti di tutte le guerre, completato nel 1967.