Castello Baronale
Descrizione
Sullo sfondo il Monte Velino, una visione inconfondibile attesta come ci si trovi ai limiti estremi di quella parte di Sabina che guarda verso quello che un tempo fu il Regno di Napoli. Collalto, infatti, è a poche miglia dalla Piana di Carsoli ed a questa sua posizione di porta d’ingresso allo Stato Pontifico si deve l’originaria costruzione del suo castello
La rocca, con le sue mura a scarpa, costruita tra il XIV ed il XV secolo, si trova al centro di quello che è oggi il parco dal castello e può essere apprezzata completamente solo da lì. Si tratta di un’opera spiccatamente militare: la massiccia torre quadrata centrale, le torri rotonde angolari, e poi le garitte e le postazioni per i cannoni che arrivarono al numero di 39.
Se la rocca è ancora possente, il castello – con i suoi vezzi "neo-romantici-medievali" – è veramente un incantevole piacere per la vista. Ciò che lo rende così particolare sta nel fatto che ogni suo proprietario, negli ultimi cinque secoli, ha provato ad adattarlo al suo gusto.
Iniziò Alfonso Soderini che nel 1568 aveva acquistato il feudo da Roberto Strozzi. Ai Soderini, che ne furono proprietari per quasi un secolo, è dovuto il primo grande intervento di restauro dell’edificio che andava sempre più sviluppando la sua connotazione di dimora aristocratica. Nel 1641 la baronia di Collalto viene venduta dai Soderini ai Barberini ed è all’inizio del XVII secolo (nel 1712 come riporta un’iscrizione nel cortile del castello) che il Cardinale Francesco Barberini mise mano in modo importante agli interni sia dell’antica rocca che del castello. Del resto il Cardinale Barberini si trovava a confrontarsi con due aspetti: da un lato la necessità di disporre di una dimora adeguata al rango suo e del suo casato e, dall’altro, l’importanza strategica di Collalto, situato al confine tra 1o Stato Pontificio ed il Regno di Napoli. Infatti, fino alla fine del ‘700, il complesso era sede di una ben munita guarnigione.
Si venne così a creare quella dualità di nature che si abbelliscono a vicenda e che ammiriamo ancora oggi: nella parte più alta (e più larga) del colle, l’antica rocca; davanti ad essa lo sviluppo del castello (prima) che si evolve in palazzo patrizio (poi) con una forma rettangolare che privilegia fortemente i lati lunghi per adattarsi al crinale su cui venne costruito.
Per il castello, i problemi arrivarono però nel 1861 quando, insieme al paese, fu saccheggiato da una banda di reazionari borbonici ai comandi dell’avvocato abruzzese Giacomo Giorgi e del colonnello dell’esercito borbonico Francesco Luvarà e ridotto in uno stato di estremo degrado.
La sua bellezza, però, gli valse la fortuna di trovare sempre estimatori in grado di riportarlo ai suoi passati splendori: tra il 1890 ed il 1895 venne fatto restaurare dal conte polacco Corvin-Prendowski, discendente del re d’Ungheria Mattia Corvino, nello stile neo-medievale di cui abbiamo detto. Successivamente, la famiglia Giorgi-Monfort tra il 1932 ed il 1934 condusse ulteriori restauri sempre nella medesima concezione romantica. Da ultimo, negli anni ’90, il castello si è giovato di ulteriori interventi che ne hanno garantito il perfetto stato di conservazione in cui lo possiamo ammirare.
VISITE
Da aprile a settembre:
sabato ore 16:00
domenica ore 11:00 (I turno) ore 16:00 (II turno)
Da ottobre a marzo:
sabato ore 15:00
domenica ore 11:00 (I turno) ore 15:00 (II turno)