Giardino di Ninfa
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Descrizione
Il giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale, l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti.
LA STORIA
Il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi dell’attuale giardino. A partire dal VIII l’Imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questo fertile luogo. Nel 1298 Pietro II Caetani acquistò Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio dei sette secoli di presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino. Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta da parte di Onorato Caetani sostenitore dell’antipapa Clemente VII nel Grande Scisma e avverso ai Caetani. La città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la pianura pontina.
Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani volle creare a Ninfa un ‘giardino delle sue delizie’, un giardino delimitato da mura con impianto regolare (hortus conclusus). Alla morte del cardinale quel luogo di delizie fu abbandonato. Durante l’Ottocento il fascino delle sue rovine attirò molti viaggiatori che percorrevano l’Italia riscoprendo l’antico: la ‘Pompei del Medioevo’, come la definì Gregorovius, era un luogo spettrale, magico e incancellabile dalla memoria di chi la vide.
Alla fine dell'Ottocento i Caetani ritornarono decidendo di creare un giardino in stile anglosassone. Bonificarono le paludi, estirparono le infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono le prime piante e restaurarono alcune rovine. Durante la Seconda Guerra Mondiale il giardino fu utilizzato come base per le munizioni da parte dei soldati tedeschi, che ne preservarono l’integrità grazie agli alberi che favorirono la possibilità di mimetizzarsi. L’ultima erede e giardiniera fu Lelia: morì nel 1977, ma prima della sua morte decise di istituire la Fondazione Roffredo Caetani al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani e di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta.
LA FLORA
All’interno del giardino di Ninfa si incontrano varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi, inoltre a primavera i ciliegi e meli ornamentali fioriscono in maniera spettacolare.
Fra le oltre 1300 piante diverse introdotte che è possibile ammirare negli otto ettari di giardino ricordiamo i viburni, i caprifogli, i ceanothus, gli agrifogli, le clematidi, i cornioli, le camelie.
Molte varietà di rose rampicanti sono sostenute dalle rovine ed estendono i lunghi rami vigorosi sugli alberi quali: Rosa banksiae banksiae, RosaTausendshön, Rosa 'Mme. Alfred Carriere', Rosa filipes 'Kiftsgate', Rosa 'Gloire de Dijon', Rosa ‘Climbing Cramoisi Supérieur’.Le rose arbustive bordano il fiume, i ruscelli, i sentieri o formano aiuole come Rosa roxburghii, Rosa ‘Général Shablikine’, Rosa 'Mutabilis', Rosa hugoni, Rosa 'Ballerina', Rosa 'Iceberg', Rosa 'Max Graf', Rosa 'Complicata', Rosa 'Penelope, Rosa 'Buff Beauty'.
Il clima particolarmente mite di Ninfa permette anche la coltivazione di piante tropicali come l’avocado, la gunnera manicata del Sud America e i banani.
Vi sono anche molti arbusti piantati non solo per la loro bellezza ma anche perché offrono ospitalità alle numerose forme di animali presenti fra cui si evidenzia il folto gruppo dell’avifauna rappresentato da oltre 100 specie censite.
Fonte: fondazionecaetani.org