Chiesa S. Redentore sul Monte Croce
Descrizione
Una delle costruzioni caratteristiche di Cerro a cui resterà legato il nome di D. Silvio Padovani, è la chiesa che si trova sul Monte della Croce e che ormai è diventata il simbolo di Cerro stesso, pari alla quercia situata in fianco alla Parrocchiale.
Questo monte è sempre stato indicato dagli abitanti come il ” Monte della Croce”, poichè l’attuale chiesa , dedicata a Cristo Redentore, sostituisce una croce in legno prima esistente.
Questo monte, in antico, segnava non solo il confine della ” Silva Alferia”, come viene indicato Cerro nel diploma di Ottone I ( Pavia 969 A.C.) ma anche dei Tredici Comuni , cioè i nostri paesi di lingua tedesca dell’ alta Lessinia che nel 1300 si formarono su questi monti.
Il Monte della Croce fu sempre considerato dalla popolazione locale quasi un monte sacro. Come raccontano le cronache parrocchiali, nel 1836 e nel 1849 scoppiò il colera.
Il parroco di allora, Don Massella, per ottenere la fine del colera fece voto di innalzare su questo monte una cappella in onore della Madonna dello Spasimo.
Raccolse le offerte e i dovuti permessi . I lavori non vennero iniziati perchè il parroco fu trasferito nella parrocchia di Erbezzo. L’attuale costruzione venne compiuta quando era parroco Don Silvio Padovani,venne iniziata nel 1900 a ricordo dell’ Anno Santo, indetto da Papa Leone XIII. ( vedi foto progetto originale, proprietà Ivano Zanella)
Il progetto di questa chiesa venne affidato all’architetto Marco Spaventi. Il parroco desiderava che sul mone della Croce sorgesse una chiesetta, mèta per la processione dell’Assunta e per l’invocazione della pioggia nei periodi di siccità. Il materiale proveniva dalla cava della vicina contrada Tenda e trasportato dalla popolazione , in genere di domenica. La campana fu regalata da due fratelli ebrei che abitavano in prossimità della Piazza Vinco.
L
a costruzione della chiesa accentuò la devozione del popolo di Cerro verso questo monte sul quale amava recarsi nei momenti critici. Nel 1932 ci fu una siccità tale da incidere sull’economia di molte famiglie. Va ricordato che allora non esisteva l’acquedotto e la popolazione si riforniva di acqua dalle sorgenti naturali e dai pozzi. Il parroco Don Antolini, per ottenere la fine della siccità, indisse una processione sul Monte della Croce. Le cronache raccontano che, giunti sul monte, mentre veniva celebrata la Messa, scoppiò un violento temporale e il celebrante fu costretto a sospendere la cerimonia. La gente scese di corsa dal monte e la S. Messa fu ripresa nella parrocchiale, dove tutti si ritrovarono contenti e riconoscenti a Dio per la grazia ricevuta.