Chiesa di San Donato Martire
Descrizione
Castiglione Messer Raimondo, m.306 s.l.m., prenderebbe il suo nome dal latino castellio (piccolo castello); dal 1532 è stato aggiunto il nome Raimondo in riferimento a Raimondo Caldora che ne divenne proprietario nel 1414. Il centro abitato, in gran parte ottocentesco e moderno, si sviluppa prevalentemente intorno al corpo massiccio della Chiesa di S.Donato Martire, che sorge in cima ad un colle dove prima era un castello.
L'imponente edificio, che, sfruttando il pendio del sito su cui sorge si sviluppa su due piani, è completamente in laterizio; venne costruito a partire dalla seconda metà del Settecento su progetto del 1773 dell'ingegnere napoletano Francesco Giordano e definitivamente completato, dopo diverse interruzioni, nel 1900. In precedenza intitolata a S.Nicola Vescovo, dall'11 ottobre 1999 la chiesa parrocchiale ha assunto la nuova intitolazione a S. Donato Martire, di cui custodisce le reliquie fin dal 1843.
La facciata presenta un timpano semicircolare sorretto da semicolonne in corrispondenza del portale ed è coronata da timpano. Dalla parete posteriore si erge un piccolo campanile a vela per una campana. L'interno è a croce latina, con cupola all'incrocio dei bracci. L'unica navata termina con l'abside, sopraelevato di due gradini, che ospita la zona presbiteriale.
Sulla cantoria al disopra del portale d'ingresso è un organo datato 1765 costruito dall'organaro di Notaresco Vitale De Luca. Vi venne trasferito nel 1859 dalla non più esistente Chiesa di S.Rocco dall'organaro Vincenzo di Pietro di Teramo. L'organo, la cui parte fonica è composta da 499 canne, è a trasmissione meccanica; nel dicembre 1996 è tornato al suo antico splendore grazie ad un accurato restauro della Ditta organara Antonio Di Renzo di Pescara.
All'interno, in una teca di cristallo, sono custoditi vari documenti ed arredi sacri, tra cui una pregevole croce processionale in argento finemente lavorato, opera risalente alla prima metà del XVI secolo e riconducibile alla scuola orafa di Guardiagrele (Ch).
Fonte: paesiteramani.it