Villa Da Prato, il cui nome completo è Villa Da Prato-Fiorini, è una villa padronale di campagna di impianto semplice, situata a Caldiero (Verona).
È stata costruita tra la fine del secolo XV e l'inizio del secolo XVI, verosimilmente su preesistenze. È un edificio lineare disposto su 3 piani, in posizione leggermente discosta dal centro dell'abitato, all'interno di una proprietà recintata che occupa l'ultimo contrafforte della Valle d'Illasi. La Villa è censita dall'Istituto Regionale Ville Venete ed è vincolata ai sensi della Legge 1089/1939. Dalla primavera del 2013 aderisce alla Carta dei Servizi della Regione Veneto. Fa inoltre parte dell'Associazione Ville Venete. Dalla Villa, anticamente denominata "Palazzo", proviene una parte sostanziale della pregevole collezione di armi bianche attualmente esposta nel Museo di Castelvecchio di Verona, donata ai Civici Musei d'Arte di Verona nel 1947 dalla N.D. Eloisa da Prato, l'ultima Da Prato a risiedere nella villa prima che quest'ultima passasse per eredità agli attuali proprietari, la famiglia Fiorini. Alla volontà della Contessa Eloisa si deve anche l'istituzione dell'Opera Pia Da Prato.
Attualmente l'accesso alla villa avviene dal fronte nord, dall'antica via Capodivilla, ora via Roma. La facciata nord, con un portale bugnato ad arco, conserva residue tracce di affresco che consentono ancora di leggere l'antica scansione cinquecentesca, nonostante l'edera che ricopriva le superfici all'inizio del secolo scorso abbia danneggiato le decorazioni. La facciata più bella è probabilmente quella sud, ingentilita da una piccola loggia a 3 arcate con colonne di marmo veronese. Entrambe le facciate hanno poggioli in pietra settecenteschi con ringhiere in ferro battuto. I fabbricati rustici sono successivi all'edificio padronale. Tra tutti, spicca l'elegante torre colombaia in cotto, di costruzione seicentesca, la cui particolarità è quella di avere come lati i punti cardinali. La torre sovrasta una corte fortificata racchiusa da due barchesse, entrambe raffigurate in una mappa del 1818 conservata all'interno della villa, sebbene un'iscrizione sulla barchessa nord rechi la data 1840. La corte è completata da un ulteriore edificio residenziale a due piani fuori terra (di fine '700-inizio '800), la cui porta è sormontata da uno stemma in pietra non inciso.
La disposizione interna delle sale è quella classica delle ville venete cinquecentesche, con salone centrale e stanze ai lati, sia al piano terra che al piano nobile. I saloni del piano terra e del primo piano attraversano la costruzione da parte a parte, secondo la tipica configurazione con salone passante. È tuttora presente la soffittatura con travi lignee sostenute da robusti barbacani in legno. Il soffitto è impreziosito da correntini che formano dei cassettoni. Sottotravi e cassettoni sono decorati con tempere di gusto rinascimentale, che raffigurano animali fantastici al piano nobile, foglie d'acanto al pianterreno (dove purtroppo il soffitto è meno integro). Pregevole camino nella suggestiva cucina. Gli interventi di restauro realizzati da Giammaria Fiorini e dalla moglie Aida negli anni '60 hanno portato alla luce un affresco quattrocentesco di notevole fattura, raffigurante S. Antonio Abate. Un altro affresco raffigurante il blasone dei da Prato (con la croce del Calvario legata su monte all'italiana) è stato rinvenuto nella sala denominata "Sala antica".
Fonte: Wikipedia