Itinerario archeologico industriale e Rizzios crogiolo di storia

Culturali
7 Km
Distanza andata e ritorno
120 min
Durata andata e ritorno
200 m
Dislivello positivo
Difficoltà
Facile

Descrizione

Nella seconda metà dell'Ottocento,   il corso del torrente Molinà in località Le Piazza (mulin vecio) fu individuato da Angelo Frescura come luogo ideale per fondare la prima fabbrica di occhiali  (1878) insieme al fratello Leone e al socio Giovanni Lozza,  con tutta probabilità  in un mulino per la produzione di olio di noce, con lo scopo di utilizzare l’energia delle impetuose acque del torrente per attivare le macchine

Il via per la grande pubblicità della attività  calaltina venne dopo che i giornali parlarono della consegna di un paio di occhiali  da sole alla Regina d’Italia Margherita, ospite a Perarolo nel 1881.

Questa azione rivoluzionò la concezione del lavoro nel territorio cadorino, tanto da crescere fino a diventare il fenomeno dell’industria dell’occhiale con i connotati  non solo economici ma sociali che ben conosciamo.

A seguire vennero creati  anche laboratori di produzione di macchine per l’occhialeria, lenti e astucci, negozi e punti vendita qui e in diverse città del Veneto.

Nel 1883 i soci acquistarono e riadattarono un mulino da grano un poco più in basso, in località  Molinà, poco distante dalla chiesa della Madonna. 

Alla morte di Angelo nel 1866  l'attività fu rilevata da Guglielmo Tabacchi  che costituì la Società anonima italiana fabbrica occhiali  (SAFILO) 

Nel frattempo Giovanni Lozza aveva costruito una nuova  officina  in località San Francesco che nel 1912 divenne la ditta Fratelli Lozza.

Sempre in un mulino da grano prese il via un'altra originale attività produttiva: nel 1890 Vincenzo Toffoli mise a frutto la sua passione nel lavorare il legno producendo  materiale didattico e giocattoli  diversificando la produzione in tre settori: didattico, giocattoli e modelli  in scala.

Rizzios, soleggiata località  sulla sinistra idrografica del torrente Molinà, deriva il suo nome dal toponimo da riviciolus ossia piccolo rivo.

Grazie alle ideali condizioni di esposizione al sole e riparo dal vento,  in passato fu luogo di villeggiatura dei nobili veneziani.

La fortunata frazione racchiude in sé un panorama molto variegato e suggestivo di storia, personaggi importanti e altri curiosi, tradizioni  e culturali.

Ma è soprattutto l'aspetto architettonico quello che colpisce l'attenzione di  chi attraversa la piccola borgata: qui  troviamo   ancora gli aspetti tradizionali delle case originarie caratterizzate dall’utilizzo combinato del legno, della pietra e del “gardiz” (pareti a graticcio); con le tipiche scandole (tegole di legno) a copertura dei tetti. In queste abitazioni la  cucina e la  stalla erano adiacenti ed i diversi livelli erano collegati da scale esterne in legno che conducevano  su poggioli dove erano messi a seccare fagioli, granoturco e zucche

Non può mancare una  visita  al gioiello religioso della frazione, la chiesa di Sant’Anna, , la cui costruzione fu concessa dal patriarca di Aquileia nel 1625, per supplica del popolo. Inizialmente dedicata a San Giuseppe,  ci viene restituita nell'ampliamento avvenuto tra il 1816 e il 1820. Qui  si conserva la pianeta, corredata da manipolo e stola, che Padre Marco d’Aviano (1631-1699)  indossava durante il suo incitamento ai soldati di Cristo sulla collina del Kahlenberg pochi giorni prima della battaglia di Vienna (12 settembre 1683)  contro i Turchi del gran visir Kara Mustafà che stavano  avanzando verso la città.

Inserito da: Unione Montana Centro Cadore
Calalzo di Cadore