Vivaio Letterario - Libri e altri animali.L’editor, questo sconosciuto

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Descrizione

«Complesso di fogli della stessa misura, stampati o manoscritti, e cuciti insieme così da formare un volume, fornito di copertina o rilegato»: così recita alla voce “libro” il vocabolario Treccani.

Escludendo la variante arredamento, non c’è definizione più menzognera perché quello che rende un libro tale, e non solo una risma di carta, è il contenuto. Come sappiamo tutti. Ma il contenuto può appassionare, provocare sbadigli, furie implacabili. E se quel contenuto, nel bene e nel male, è degno di prendere forma e uscire nel mondo lo decide l’editor.

Un lettore, prima di tutto, ma non comune: «Leggere per piacere e basta non stanca, perché nel momento in cui il piacere cessa uno può smettere di leggere. Leggere per pubblicare invece logora, infastidisce, rende antipatici».

E allora perché scegliere un mestiere così ostico, quando si è anche un ottimo scrittore e si potrebbe serenamente stare dall’altra parte? Parliamone. Sarà perché, malgrado tutto, quel complesso di fogli, anche allo stato nascente, esercita un’attrazione irresistibile? Forse. O forse no. «Ecco a leggere che cosa si ottiene. Una schifiltosità da sazi che soppianta l’entusiasmo degli affamati». Parliamone.

Saremo sapientemente accolti da Chiara Alpago Novello dalle 9:30 per la prima colazione con caffè, tè, tutte le cose buone che servono a cominciare bene la giornata, poi tutti sdraiati a guardare le nuvole e ascoltare grandi storie; ore 12.30 pranzo leggero, saluti e brindisi.


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