Museo paleocristiano di Aquileia
Musei
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Lun Chiuso Mar Chiuso Mer Chiuso Gio 8.30 - 13.30 Ven 8.30 - 13.30 Sab 8.30 - 13.30 Dom 8.30 - 13.30
Descrizione
Il Museo Paleocristiano costituisce una raccolta unica di manufatti di età tardoantica che raccontano il cristianesimo delle origini del sito altoadriatico. I reperti sono conservati in un vero scrigno: un maestoso edificio agricolo costruito sui resti di una basilica paleocristiana del IV secolo.
Il Museo venne inaugurato nel 1961, scorporando dal Museo Archeologico Nazionale le testimonianze della primitiva comunità cristiana di Aquileia, e fu intitolato a Franco Marinotti, mecenate che aveva contribuito al recupero dell’edificio che lo ospita. Esso era sorto come chiesa paleocristiana, alla periferia nord-orientale della città, per trasformarsi in monastero benedettino; a partire dalla fine del Settecento passò nella proprietà di diverse famiglie aquileiesi, per essere destinato a residenza (“Palazzo”), sede delle collezioni private di antichità ed infine ad uso agricolo.
Il pianoterra è occupato quasi interamente dal pavimento musivo con disegno geometrico della primitiva basilica e da altri lacerti musivi di edifici tardoantichi di Aquileia, mentre al primo piano si conservano parti del pavimento della basilica del Fondo Tullio alla Beligna (scavata nell'area meridionale della città antica).
Al secondo piano sono raccolte le iscrizioni paleocristiane, in massima parte funerarie, alcune anche decorate, che restituiscono un quadro della composita società aquileiese dell’epoca (IV-V sec. d.C.); ad esse si affiancano reperti scultorei datati fino ad epoca altomedievale, in parte già reimpiegati nelle fasi successive dell’edificio.
Il Museo venne inaugurato nel 1961, scorporando dal Museo Archeologico Nazionale le testimonianze della primitiva comunità cristiana di Aquileia, e fu intitolato a Franco Marinotti, mecenate che aveva contribuito al recupero dell’edificio che lo ospita. Esso era sorto come chiesa paleocristiana, alla periferia nord-orientale della città, per trasformarsi in monastero benedettino; a partire dalla fine del Settecento passò nella proprietà di diverse famiglie aquileiesi, per essere destinato a residenza (“Palazzo”), sede delle collezioni private di antichità ed infine ad uso agricolo.
Il pianoterra è occupato quasi interamente dal pavimento musivo con disegno geometrico della primitiva basilica e da altri lacerti musivi di edifici tardoantichi di Aquileia, mentre al primo piano si conservano parti del pavimento della basilica del Fondo Tullio alla Beligna (scavata nell'area meridionale della città antica).
Al secondo piano sono raccolte le iscrizioni paleocristiane, in massima parte funerarie, alcune anche decorate, che restituiscono un quadro della composita società aquileiese dell’epoca (IV-V sec. d.C.); ad esse si affiancano reperti scultorei datati fino ad epoca altomedievale, in parte già reimpiegati nelle fasi successive dell’edificio.